La valutazione preoperatoria è un processo medico volto a ridurre i rischi e garantire la sicurezza del paziente in sede di intervento. Tuttavia, possono verificarsi complicanze o conseguenze indesiderate. In certe situazioni, se si può dimostrare che ci sono stati errori o negligenze durante la valutazione, il paziente potrebbe avere il diritto di chiedere un risarcimento per i danni subiti a seguito di una non corretta valutazione preoperatoria.
La valutazione preoperatoria, rappresenta un processo necessario per garantire la sicurezza del paziente prima di un intervento chirurgico. Durante questa valutazione, il team medico cerca di identificare eventuali “controindicazioni” all’intervento chirurgico previsto, che potrebbero includere condizioni mediche non stabilizzate, rischi di reazioni allergiche a determinati farmaci, problemi di coagulazione del sangue, malattie cardiovascolari o respiratorie gravi o l’uso di farmaci che potrebbero interferire con l’anestesia o il processo di guarigione.
Sebbene la valutazione preoperatoria sia un atto di routine nei pazienti che devono subire un intervento chirurgico, se non correttamente eseguita può comportare problematiche: diagnosi errate, mancata identificazione di condizioni mediche preesistenti, e stress psicologico. causando disagi, richiedendo ulteriori interventi terapeutici , fino ad influire negativamente sulla qualità di vita del paziente.
Il medico responsabile della valutazione preoperatoria è tenuto a fornire al paziente informazioni dettagliate riguardo ai rischi associati alla procedura e alle possibili complicanze che potrebbero insorgere. Se il paziente dovesse subire danni a causa di un’errata valutazione e fosse possibile dimostrare che ci sono stati errori o negligenze da parte del medico, quest’ultimo potrebbe essere ritenuto responsabile per i danni causati.
Se hai subito un danno a seguito di una non corretta valutazione preoperatoria e ritieni che ci siano state negligenze, potresti avere la possibilità di richiedere un risarcimento. Per farlo, puoi contattare Periplo Familiare, uno studio legale specializzato in responsabilità medica. I nostri avvocati esperti ti assisteranno nel processo di richiesta di risarcimento, aiutandoti a ottenere il giusto riconoscimento possibile.
Gravi conseguenze da errata valutazione
La piccola Martina, di 13 anni, deve sottoporsi a un intervento oculistico. Pertanto la struttura sanitaria presso la quale si reca dispone l’esecuzione di una visita anestesiologica ,finalizzata a rintracciare possibili rischi che potrebbero verificarsi durante l’operazione.
La raccolta dell’anamnesi, però, viene fatta in modo sommario ed estremamente superficiale. I medici chirurghi procedono quindi con un’intubazione eseguita con tecnica ordinaria, ricorrendo poi, solo dopo vari e infruttuosi tentativi e all’insorgere di gravi mancanze di ossigeno (segni disventilatori), a una intubazione guidata da fibrolaringoscopia (introduzione di un fibroscopio dalla narice fino alla laringe), con conseguenze estremamente dannose a carico di Martina oltre all’impossibilità di eseguire l’intervento programmato.
Se fossero stati correttamente analizzati i dati derivanti dalla valutazione medica preoperatoria e se fossero stati richiesti, proprio in virtù dell’analisi, degli esami suppletivi, sarebbe emerso il chiaro sospetto della sindrome di Marfan che comporta una possibile laringo-tracheomalacia (trachea molle e flessibile). Inoltre, se l’anamnesi fosse stata più accurata, i sanitari sarebbero venuti a conoscenza di due precedenti interventi in anestesia totale eseguiti presso un ospedale pediatrico di Roma, che hanno richiesto intubazioni oro-tracheali particolarmente difficoltose.
IL DANNO SUBITO
La piccola Martina, durante i vani tentativi di intubazione, ha subito gravi conseguenze a causa di una prolungata mancanza di ossigeno. Inoltre, il necessario intervento a cui doveva sottoporsi non è avvenuto in quella sede, causando un ritardo importante in termini di salute.
IL RISARCIMENTO
Inutili sono stati i tentativi di bonario componimento, mentre la Consulenza disposta dal Tribunale nel corso del procedimento civile ha deposto per la responsabilità dei sanitari. Il giudizio si è concluso con la liquidazione a Martina e ai suoi genitori della somma di € 163.000,00.