La mastoplastica additiva è un intervento di chirurgia plastica che ha lo scopo di aumentare il volume e migliorare la forma del seno mediante l’inserimento di protesi mammarie. Nonostante l’intervento sia generalmente sicuro e i risultati soddisfacenti, possono verificarsi complicanze e danni al paziente. In determinate circostanze, se ci sono stati errori o negligenze, il paziente potrebbe avere la possibilità di richiedere un risarcimento per i danni subiti.
Prima di sottoporsi a una mastoplastica additiva, il paziente deve essere valutato attentamente dal chirurgo plastico per stabilire la sua idoneità all’intervento. Il medico considererà fattori quali l’età, la salute generale, le aspettative del paziente e la presenza di eventuali controindicazioni. Ad esempio, il trattamento potrebbe essere sconsigliato per pazienti che hanno problemi di coagulazione del sangue, infezioni in corso, allergie ai materiali delle protesi o malattie autoimmuni.
Nonostante la mastoplastica additiva sia solitamente un intervento sicuro, possono verificarsi complicanze. Le più comuni includono infezioni, sanguinamento, formazione di cicatrici ipertrofiche, contrattura capsulare, dolore cronico e insoddisfazione estetica. Queste complicanze possono causare disagio, richiedere ulteriori interventi chirurgici e influire sulla qualità della vita del paziente.
Il chirurgo plastico che esegue la mastoplastica additiva ha il dovere di informare il paziente sui rischi dell’intervento e sulle possibili complicanze. In caso di danni subiti a seguito dell’intervento, se dimostrati errori o negligenze, il medico potrebbe essere chiamato a rispondere di tali danni.
Se hai subito un danno a seguito di una mastoplastica additiva e ritieni che ci siano state negligenze, potresti avere la possibilità di richiedere un risarcimento del danno. Per farlo, puoi contattare Periplo Familiare, uno studio legale specializzato in responsabilità medica. I nostri avvocati esperti ti assisteranno nel processo di richiesta di risarcimento, aiutandoti a ottenere il giusto riconoscimento possibile.
Grave danno estetico per errata misura delle protesi.
La signora Francesca, di 40 anni, si sottopone a una mastoplastica additiva convinta, dal parere del proprio chirurgo, che questo tipo di intervento avrebbe corretto anche un leggero rilassamento del seno. Alla signora vengono inserite due protesi di 2,5 taglie in più rispetto misura iniziale che le provocano un ulteriore rilassamento mammario dovuto all’eccessivo volume.
Le viene quindi consigliato un intervento di mastopessi (riposizionamento) che non solo non risolve il problema ma le lascia cicatrici chirurgiche molto evidenti. Un anno dopo, sempre sotto suggerimento del chirurgo, si sottopone ad un terzo intervento per correggere il danno estetico, che invece non fa che acuire il già drammatico quadro di ptosi (seno cadente).
IL DANNO
L’errata misura delle protesi, così come l’errata decisione di eseguire un intervento di mastopessi anziché di posizionamento sotto muscolare, operazione che avrebbe favorito una migliore tenuta cutanea, hanno causato alla signora Francesca un evidente deturpamento estetico.
IL RISARCIMENTO
Il tentativo di raggiungere un bonario componimento della vertenza con il medico chirurgo, non ha avuto seguito. Si è pertanto dovuti ricorrere in Tribunale per ottenere il risarcimento dei danni patiti ottenendo una liquidazione pari a € 77.000,00.
Danno estetico per protesi non idonee.
Lucia ha 22 anni quando decide di sottoporsi ad una mastoplastica additiva per l’aumento del seno. L’intervento sembra essere tecnicamente riuscito, ma a distanza di 4 anni la ragazza inizia ad avere dei “fastidi” che, col passare del tempo, aumentano sino a causarle un ingrossamento dei linfonodi. I controlli ecografici a cui si sottopone, mostrano la rottura delle protesi e la conseguente fuoriuscita del gel interno. Inoltre, dagli esami emerge che le erano state inserite delle protesi non più in commercio perché ritenute molto fragili e ad alto rischio di rottura.
Per parere del chirurgo, la ragazza viene sottoposta ad un intervento di rimozione delle protesi e a un successivo nuovo impianto per entrambe i seni. Le operazioni, alquanto invasive, hanno provocato su Lucia cicatrici evidenti e antiestetiche.
IL DANNO SUBITO
Oltre alle sofferenze e agli stati d’ansia, Lucia ha subito un danno permanente consistente in vistose cicatrici residuate a seguito dei numerosi interventi.
IL RISARCIMENTO
La vertenza si è conclusa con un accordo transattivo, intervenuto con la compagnia Assicuratrice del medico, con la liquidazione della somma di € 125.000,00.
Danno estetico da errore chirurgico.
Marzia, una ragazza di 23 anni, decide di sottoporsi ad una mastoplastica riduttiva per questioni di salute. L’intervento, che viene eseguito presso una Casa di Cura convenzionata, determina però una diversità tra i due seni con una vistosa asimmetria.
Visto l’esito non positivo, il chirurgo, dopo solo pochi mesi, decide di rioperare Marzia; tuttavia anche questo secondo intervento non si dimostra risolutivo: l’operazione infatti, non riesce a correggere le asimmetrie e provoca alla ragazza delle cicatrici alte ed evidenti.
IL DANNO
I due interventi chirurgici hanno provocato alla ragazza, non solo una sofferenza in termini fisici ma anche serie problematiche di tipo psicologico: stati di stress e agitazione che sfociano in attacchi di ansia.
IL RISARCIMENTO
Nulli sono stati i tentativi di definizione bonaria e solo con un giudizio di merito si è giunti ad una sentenza che ha riconosciuto un risarcimento alla ragazza di € 71.343,00.