I casi più frequenti di errori medici che si registrano nella oncologia sono legati a un ritardo diagnostico, con conseguenti ritardi chirurgici e terapeutici; a un’errata diagnosi, con conseguente perdita di chance di guarigione o di sopravvivenza; alla prescrizione di accertamenti non idonei, con conseguente ritardo delle terapie successive; e ancora a interventi parziali e/o immotivatamente demolitivi rispetto alla diagnosi.
In un momento così delicato come quello della lotta contro il cancro, l‘associazione Periplo Familiare si pone al fianco di chi ha subito danni a causa di errori in oncologia.
L’associazione Periplo Familiare si pone da sempre al fianco di chi ha subito danni a causa di errori medici in oncologia.Il nostro team di avvocati specializzati in malasanità e medici esperti offre consulenza e assistenza legale, non solo per ottenere il giusto risarcimento danni, ma anche per fornire un sostegno morale e umano in questo difficile percorso.
La signora Anna, di 57 anni, si sottopone un controllo mammografico di routine che evidenzia la presenza di micro calcificazioni aventi una struttura diversa da quella risultante dall’ultimo esame. Effettua un’ecografia, per un forte sospetto di neoplasia, ma il cui esito risulta negativo. Persistendo nei sanitari il sospetto si tratti di un tumore, Anna viene inviata ad eseguire una risonanza magnetica mammaria (RMN). Malgrado l’assenza di una diagnosi certa, i sanitari decidono comunque di sottoporre la signora Anna a una quadrantectomia altamente invasiva con sampling linfonodale.
A seguito dell’operazione, l’esame istologico definitivo però non evidenzia la presenza di cellule tumorali a livello mammario e linfonodale: l’intervento quindi non era necessario.
DANNO SUBITO
La signora Anna è stata sottoposta ad un intervento ingiustificato e superfluo che le ha procurato un fortissimo stress emotivo oltre ad averle lasciato cicatrici molto evidenti.
RISARCIMENTO
La richiesta di risarcimento è stata inoltrata alla Azienda Ospedaliera che ha delegato la propria compagnia assicuratrice alla trattazione del sinistro e con la quale in breve tempo si è giunti alla definizione della vertenza con il risarcimento in favore della signora di € 45.000,00.
Da circa due anni il signor Claudio, di 83 anni, si reca con regolarità presso il medesimo Ospedale a causa di una ferita che non si rimargina. I sanitari, conoscendo la sua patologia diabetica, effettuate le solite medicazioni, lo rimettono sempre al suo medico curante.
Dopo un esame diagnostico quella ferita non presa nella giusta considerazione, risulta essere un carcinoma squamoso. Il signor Claudio viene quindi sottoposto d’urgenza a un intervento di amputazione della gamba sinistra. L’operazione, però, non risulta sufficiente ad arrestare la malattia ormai degenerata a causa del grave ritardo diagnostico.
Dopo un anno di cure aggressive accompagnate da tanta sofferenza, il signor Claudio muore.
DANNO SUBITO
Il signor Claudio ha subito un intervento amputativo oltre ad un trattamento terapeutico massivo e invasivo durato un anno. Una lunga ed estenuante sofferenza, anche per i familiari, drammaticamente conclusasi con il decesso.
RISARCIMENTO
Il risarcimento è intervenuto dopo due gradi di giudizio, entrambi con esito positivo.
La CTU medica disposta dal Giudice ha fatto chiarezza sugli eventi riconoscendo la responsabilità dei sanitari della struttura, condannata a risarcire i congiunti del signor Claudio con la somma di € 225.000,00.
Perdita uso della mano per travaso
La signora Cristina, di 38 anni, a seguito di un carcinoma mammario, viene sottoposta ad intervento di quadrantectomia cui fa seguito un ciclo di chemioterapia. È proprio durante una seduta che si viene a creare un travaso di liquido chemioterapico che va a interessare la mano destra della paziente. L’operatrice presente, si limita ad intervenire riposizionando l’ago e ad asciugare il liquido fuoriuscito.
Dopo pochi giorni dall’accaduto però, Cristina accusa la mancanza di sensibilità alla mano e decide di riferire di questo stato ai suoi sanitari. Questi le prescrivono una semplice pomata che però non porta ad alcun beneficio; anzi, più i giorni passano e più i sintomi peggiorano e la mancanza di sensibilità si estende anche verso le dita, mentre il dorso della mano sembra essersi pietrificato. Solo davanti a tali conseguenze, i sanitari decidono di inviare la paziente presso l’ambulatorio di neurologia per una visita più approfondita, ma ormai l’incidente è occorso e nulla più si può fare per emendarlo. Cristina purtroppo perde completamente l’uso della mano destra.
DANNO SUBITO
Di fronte a tali eventi, come quello della fuoriuscita di liquido chemioterapico, occorre intervenire nell’immediatezza per evitare che i nervi vadano in necrosi: ciò purtroppo non è stato fatto. La signora Cristina, per questa grave negligenza, ha perso l’uso della mano accusando, conseguentemente, un forte stress post-traumatico.
RISARCIMENTO
Al termine del giudizio, nel corso del quale i medici legali incaricati dal Tribunale hanno riconosciuto la responsabilità dei sanitari, la Struttura Ospedaliera è stata condannata al risarcimento dei danni quantificati nella misura di € 195.000,00.
Il signor Andrea, di 74 anni, a seguito di dolori al gluteo e avendo difficoltà ad assumere la posizione seduta, si sottopone ad esame RM della colonna lombo/sacrale con esito negativo per patologia tumorale. Persistendo però i sintomi, malgrado le cure e la fisioterapia, a distanza di 7 mesi Andrea decide di eseguire un’altra RM con referto sempre negativo. Trascorrono altri cinque mesi e il signor Andrea, provato dal dolore, effettua una terza RM dalla quale emerge un cordoma sacrale, che richiede un intervento in urgenza ma che non può essere radicale per il coinvolgimento delle strutture nervose. Messe a confronto le immagini delle varie RM è emerso che la formazione maligna era evidente già al primo esame.
DANNO SUBITO
Sono emerse delle gravi responsabilità professionali dei due radiologi, che hanno ignorato completamente l’anamnesi del signor Andrea e attribuito i sintomi, sempre crescenti, ad una comune artropatia degenerativa, omettendo di diagnosticare la patologia neoplastica con gravi danni conseguenti.
RISARCIMENTO
La vertenza si è conclusa con un accordo bonario tra le parti e la liquidazione in favore del signor Andrea della somma di € 68.000,00.
Di seguito abbiamo riportato alcuni degli errori medici più comuni, clicca sull’area medica di tuo interesse per scoprire quali sono i danni associati e qual è il giusto risarcimento che potresti ottenere.
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