L’associazione Periplo Familiare tutela i diritti dei pazienti danneggiati e dei loro familiari supportandoli prima di tutto nelle giuste azioni da compiere.
La chirurgia plastica è una branca della chirurgia finalizzata alla riparazione di malformazioni e difetti morfologico-funzionali e al rimodellamento di tessuti, specialmente tegumentari (cute, sottocute, fasce, muscoli, ossa, ecc.). Le anomalie anatomiche di cui occupa possono essere congenite o secondarie a traumi, neoplasie o a malattie degenerative. Le tecniche più utilizzate sono rappresentate dagli innesti e dai lembi.
I casi più frequenti di errori medici si registrano nella mastoplastica additiva e riduttiva (deturpazione, asimmetria, danni ai tessuti o ai nervi, erronea misura della protesi e infezioni), nella rinosettoplastica (problemi respiratori o deviazioni del setto), nell’addominoplastica (coaguli, emorragie interne, lesioni o perforazioni di organi) e nella chirurgia plastica del viso (lesioni ai nervi, reazioni allergiche).
L’associazione Periplo Familiare si impegna nella difesa dei pazienti che hanno subito danni a causa di errori di chirurgia plastica. Con un team di avvocati specializzati in malasanità e medici esperti, offriamo consulenza e assistenza legale per affrontare casi di malasanità in chirurgia plastica.Come associazione per la tutela delle vittime di errori medici, ci dedichiamo a garantire che ogni caso venga trattato con la massima serietà, assicurando che i pazienti ricevano adeguati risarcimenti per i danni subiti.
La mastoplastica additiva è un intervento di chirurgia estetica che consiste nell’introdurre delle protesi mammarie per aumentare il volume dei seni. Questa procedura, finalizzata all’ingrandimento del seno, col tempo è divenuta sempre più personalizzabile e accurata: basti pensare che i materiali utilizzati per le protesi sono sempre più sofisticati e biocompatibili, con forme e volumi variabili e superfici di vario tipo.
La tecnica più diffusa consiste nell’inserimento di protesi mammarie molli, costituite da un involucro di silicone e riempite con gel di silicone per ingrandire o ricostruire il seno.
Grave danno estetico per errata misura delle protesi.
La signora Francesca, di 40 anni, si sottopone a una mastoplastica additiva convinta, dal parere del proprio chirurgo, che questo tipo di intervento avrebbe corretto anche un leggero rilassamento del seno. Alla signora vengono inserite due protesi di 2,5 taglie in più rispetto misura iniziale che le provocano un ulteriore rilassamento mammario dovuto all’eccessivo volume.
Le viene quindi consigliato un intervento di mastopessi (riposizionamento) che non solo non risolve il problema ma le lascia cicatrici chirurgiche molto evidenti. Un anno dopo, sempre sotto suggerimento del chirurgo, si sottopone ad un terzo intervento per correggere il danno estetico, che invece non fa che acuire il già drammatico quadro di ptosi (seno cadente).
IL DANNO
L’errata misura delle protesi, così come l’errata decisione di eseguire un intervento di mastopessi anziché di posizionamento sotto muscolare, operazione che avrebbe favorito una migliore tenuta cutanea, hanno causato alla signora Francesca un evidente deturpamento estetico.
IL RISARCIMENTO
Il tentativo di raggiungere un bonario componimento della vertenza con il medico chirurgo, non ha avuto seguito. Si è pertanto dovuti ricorrere in Tribunale per ottenere il risarcimento dei danni patiti ottenendo una liquidazione pari a € 77.000,00.
Danno estetico per protesi non idonee.
Lucia ha 22 anni quando decide di sottoporsi ad una mastoplastica additiva per l’aumento del seno. L’intervento sembra essere tecnicamente riuscito, ma a distanza di 4 anni la ragazza inizia ad avere dei “fastidi” che, col passare del tempo, aumentano sino a causarle un ingrossamento dei linfonodi. I controlli ecografici a cui si sottopone, mostrano la rottura delle protesi e la conseguente fuoriuscita del gel interno. Inoltre, dagli esami emerge che le erano state inserite delle protesi non più in commercio perché ritenute molto fragili e ad alto rischio di rottura.
Per parere del chirurgo, la ragazza viene sottoposta ad un intervento di rimozione delle protesi e a un successivo nuovo impianto per entrambe i seni. Le operazioni, alquanto invasive, hanno provocato su Lucia cicatrici evidenti e antiestetiche.
IL DANNO SUBITO
Oltre alle sofferenze e agli stati d’ansia, Lucia ha subito un danno permanente consistente in vistose cicatrici residuate a seguito dei numerosi interventi.
IL RISARCIMENTO
La vertenza si è conclusa con un accordo transattivo, intervenuto con la compagnia Assicuratrice del medico, con la liquidazione della somma di € 125.000,00.
Danno estetico da errore chirurgico.
Marzia, una ragazza di 23 anni, decide di sottoporsi ad una mastoplastica riduttiva per questioni di salute. L’intervento, che viene eseguito presso una Casa di Cura convenzionata, determina però una diversità tra i due seni con una vistosa asimmetria.
Visto l’esito non positivo, il chirurgo, dopo solo pochi mesi, decide di rioperare Marzia; tuttavia anche questo secondo intervento non si dimostra risolutivo: l’operazione infatti, non riesce a correggere le asimmetrie e provoca alla ragazza delle cicatrici alte ed evidenti.
IL DANNO
I due interventi chirurgici hanno provocato alla ragazza, non solo una sofferenza in termini fisici ma anche serie problematiche di tipo psicologico: stati di stress e agitazione che sfociano in attacchi di ansia.
IL RISARCIMENTO
Nulli sono stati i tentativi di definizione bonaria e solo con un giudizio di merito si è giunti ad una sentenza che ha riconosciuto un risarcimento alla ragazza di € 71.343,00.
La mastopessi, più comunemente nota come lifting del seno, è un intervento molto richiesto in chirurgia estetica ed è indicata per le donne che desiderano risollevare un seno cadente (ptosi mammaria) o ridurre e modificare la forma e le dimensioni dell’areola.
Deturpazione e asimmetria per errore chirurgico.
La signora Patrizia, di anni 51 anni, decide di sottoporsi a una mastopessi con protesi. L’intervento eseguito non solo non corregge la ptosi, ma addirittura la peggiora con un evidente schiacciamento di entrambe le mammelle. Dopo soli sei mesi, alla signora viene consigliato di sottoporsi ad un secondo intervento riparativo, i cui esiti però si dimostrano ancor più devastanti: grave asimmetria del seno e infossamento del seno sinistro.
A questo intervento ne segue un terzo nel quale il chirurgo decide di procedere all’asportazione di tessuto mammario, scelta che non migliora la situazione già gravemente compromessa ma peggiora ulteriormente l’asimmetria, l’infossamento e rende le cicatrici ancora più evidenti.
IL DANNO SUBITO
Gli interventi chirurgici riparativi a cui si è sottoposta la signora Patrizia, le hanno arrecato non solo danni fisici ma anche problematiche di tipo emotivo e psicologico.
IL RISARCIMENTO
Non avendo avuto esito l’accorso bonario, si è dovuto instaurare un giudizio avanti il Tribunale per ottenere una condanna al pagamento in favore della signora Patrizia di € 47.000,00.
La rinosettoplastica è l’intervento di rinoplastica associato all’intervento di settoplastica. La rinoplastica è l’operazione di chirurgia estetica praticata per rimodellare il naso e rispondere alla necessità di modificare il proprio aspetto. La settoplastica, invece, è l’operazione chirurgica, con scopo esclusivamente terapeutico, che serve a correggere la condizione di setto nasale deviato.
Danno funzionale ed estetico al naso
La signora Elisa, di 41 anni, soffrendo di disturbi della respirazione rilevanti causati da una deviazione del setto nasale, si sottopone ad un intervento chirurgico di setto rinoplastica funzionale. L’intervento purtroppo non porta i risultati sperati tanto che, perdurando le difficoltà respiratorie, Elisa decide di ricorrere a un secondo intervento che però, anche questo, non migliora la situazione.
Elisa inizia a sottoporsi ad una serie di indagini e ad altrettante cure farmacologiche, ma tutte si rivelano inutili. Solo a distanza di anni, con un terzo intervento, Elisa riesce a correggere parzialmente il quadro clinico, ma subisce un rilevante danno estetico per via delle numerose cicatrici legate a ciascuna operazione.
IL DANNO SUBITO
Quello che sembrava dover essere un semplice intervento si è trasformato per la signora Elisa in un calvario durato ben 6 anni. La signora purtroppo non ha potuto risolvere definitivamente il problema, riportando un grave danno estetico, con conseguente disagio post-traumatico.
IL RISARCIMENTO
La responsabilità, seppur evidente, non è stata riconosciuta e si è pertanto reso necessario un giudizio al termine del quali il Tribunale ha condannato l’Azienda sanitaria ad un risarcimento di € 22.320,00.
L’addominoplastica è l’operazione di chirurgia estetica finalizzata alla rimozione del tessuto adiposo e della pelle in eccesso. L’intervento è finalizzato a migliorare l’aspetto estetico dell’addome, ma non è un trattamento per il controllo del peso corporeo. È inoltre indicata per la diastasi dei muscoli retti dell’addome (ovvero un indebolimento dei muscoli della parete addominale) causato da gravidanze ripetute, da dimagrimenti importanti e da uno stile di vita sedentario. Talvolta si esegue anche per un eccesso di grasso e di cute, altresì chiamato addome globoso, concentrato nella parte inferiore della pancia.
Decesso per errore medico e negligenza assistenziale
Il signor Armando, di 66 anni, a causa di un’ernia ombelicale e di un addome pendulo si sottopone all’intervento di plastica della parete addominale (dermolipectomia).
A distanza di poche ore dall’operazione, viene trovato in stato soporoso con sudorazione profusa e copiose perdite ematiche dai drenaggi, condizione che rende necessario un secondo intervento per revisione dell’emostasi e successivo trasferimento in rianimazione con diagnosi di emorragia post operatoria.
Trascorre così, intubato e sedato farmacologicamente, sei giorni durante i quali si presenta una sofferenza respiratoria così grave da richiedere l’uso dell’ossigeno. A distanza di poche ore purtroppo il signor Armando decede, dopo una notte in cui nessun controllo è stato registrato tanto nel diario clinico quanto in quello infermieristico.
IL DANNO SUBITO
Il signor Armando ha dovuto subire un doloroso calvario poi giunto al peggiore degli epiloghi, nel quale ad un iniziale errore nella conduzione dell’intervento si è aggiunta una omissione di controlli nel decorso post operatorio.
IL RISARCIMENTO
È stato necessario incardinare un giudizio per ottenere la sentenza di condanna con la quale il Tribunale ha riconosciuto alla moglie e ai tre figli la somma di € 258.000,00 ciascuno, e a ciascuno dei 4 nipoti la somma di € 75.000,00.
La ricostruzione del seno è oggi considerata parte integrante della cura del cancro, tanto che della spesa se ne fa carico il Servizio Sanitario Nazionale. A mano a mano che la malattia diventa sempre più curabile, si fa infatti più pressante l’esigenza che lasci meno conseguenze possibili, anche dal punto di vista estetico. Anche quando la mastectomia totale non può essere evitata, si può trovare una soluzione tale da permettere alla donna di non viverla come una mutilazione.
Altro obiettivo della ricostruzione mammaria è quello di ottenere la migliore simmetria tra la mammella ricostruita e quella conservata, con il minor danno possibile per la paziente in termini di cicatrici e di sofferenze. La ricostruzione avviene secondo diverse tecniche, che possono essere distinte in due grandi gruppi: con l’utilizzo di materiali protesici (protesi, espansori, ecc.) oppure con l’utilizzo di soli tessuti della paziente (lembo dorsale, addominale, grasso ecc). La strada da seguire viene scelta caso per caso, anche in base alla conformazione fisica e all’età della paziente. A seconda delle necessità, l’intervento viene eseguito in anestesia locale, eventualmente con sedazione, o in anestesia generale.
Grave danno estetico per infezione
La Signora Giuseppa, di 53 anni, viene sottoposta ad intervento di quadrantectomia per un carcinoma mammario e a un successivo intervento di rimodellamento plastico della parte residua della mammella. Viene eseguita la sola profilassi antibiotica preoperatoria mentre non viene prescritta alcuna terapia post-intervento. Dopo pochi giorni, la ferita chirurgica della signora Giuseppa si riapre, e da questo momento iniziano per lei ben 4 mesi di continue medicazioni, senza però che nessun medico le consigli un accertamento strumentale e/o una terapia antibiotica.
Visto il prolungarsi del problema, viene tardivamente eseguito un esame colturale, dal quale emerge un’infezione in atto. Si decide pertanto di intervenire chirurgicamente, tuttavia il ritardo diagnostico lascerà alla signora danni evidenti di ordine estetico nonché psicologico.
IL DANNO SUBITO
Il ritardo nell’espletare le indagini diagnostiche ha comportato una durata della malattia prolungata ed una necrosi estesa dei tessuti mammari, con conseguente deformità della regione mammaria.
IL RISARCIMENTO
La vertenza risarcitoria si è conclusa con un accordo, in virtù del quale alla signora Giuseppa è stata corrisposta la somma di € 38.000,00.
Fra i rischi comuni nella chirurgia plastica è possibile trovare: infezioni, cicatrici, emorragie, reazioni avverse all’anestesia e risultati estetici insoddisfacenti. Ogni intervento ha i suoi rischi specifici, che il chirurgo dovrebbe discutere dettagliatamente con te prima dell’operazione.
Se si notano complicazioni inaspettate o risultati molto diversi da quelli promessi, si potrebbe essere vittima di malasanità. Periplo, la nostra associazione a tutela delle vittime di errori medici e malasanità può aiutare la persona a valutare il proprio caso, raccogliere le prove necessarie e determinare se si è verificata negligenza medica, imperizia medica o imprudenza medica.
Se si sospetta di essere vittima di malasanità, è bene raccogliere tutta la documentazione medica e fotografare i risultati del proprio intervento. È bene anche contattare immediatamente Periplo, la nostra associazione a sostegno delle vittime di errori medici e malasanità. Un nostro avvocato esperto potrà guidare la vittima di malasanità nei passi successivi per ottenere un possibile risarcimento attraverso un accordo bonario.
La nostra associazione per le vittime di malasanità offre supporto legale e medico alle persone che hanno subito danni durante interventi di chirurgia plastica. Lavoriamo sempre per far sì che i diritti di ogni vittima di malasanità siano tutelati, cercando di ottenere un risarcimento adeguato attraverso trattative con il medico o la struttura sanitaria coinvolta.
Il tempo necessario per ottenere un risarcimento può variare. Le trattative per un accordo bonario possono durare da alcuni mesi a oltre un anno, a seconda della complessità del caso e delle prove disponibili. La nostra associazione fornirà una stima più precisa dopo aver esaminato tutti i dettagli del caso in questione. Per ogni dubbio possibile contattarci o calcolare la valutazione del danno.