L’aiuto alla sanità non può prescindere dalla riapertura delle attività produttive e commerciali. Con un’altra chiusura totale, come potremo avere i soldi necessari da investire?
La salute prima di tutto. È vero, ma…
Chi ha detto che la tutela della salute e la ripartenza delle attività economiche non possano convivere? Ad oggi invece, sembra quasi indispensabile tenere tutto chiuso per impedire che le persone si ammalino di Covid-19 ma, soprattutto, secondo molti, è automatico che la riapertura in sicurezza di imprese ed esercizi commerciali debba per forza compromettere la difesa della salute di milioni di italiani.
In pochi sottolineano che il potenziamento della sanità, quanto mai necessario per fronteggiare eventuali altre ondate di contagi, non può prescindere dalla completa riapertura delle attività produttive e commerciali. Se non riparte l’economia non ci saranno neppure i soldi da investire in nuovi posti letto, medici, infermieri, telemedicina, nuove tecnologie per diagnosi precoci e cure tempestive.
Occorre bilanciare
Il destino della sanità di un Paese è legato strettamente alla sua capacità di crescere e nel caso in cui non ce la faccia di saper scegliere cosa sacrificare. Facile dire che la salute viene prima di tutto, anche prima dell’economia, ma nella pratica gli ultimi decenni dimostrano che i Paesi che hanno potuto incrementare l’attenzione alla sanità sono stati quelli che hanno subito meno le varie crisi e sono cresciuti di più.
La politica, in questo momento storico così delicato, dovrebbe definire costantemente nuovi equilibri tra i diritti, cercando e creando nuovi compromessi tra libertà e responsabilità.
Se in campo ci sono una molteplicità di interessi, tutti peraltro ugualmente meritevoli di tutela, un governo è chiamato ad adottare una strategia chiara e bilanciata.
Azioni di intervento
È ora di iniziare a intervenire sulle criticità evidenziate da un anno di pandemia e promuovere: un maggiore utilizzo dei medici di base nel contrasto al virus, vista l’efficacia delle cure a domicilio di molti malati di Covid-19; una rivalutazione dei farmaci nella lotta al virus, puntando sui vaccini ma lasciando anche un margine agli strumenti farmacologici; un potenziamento dei servizi di trasporto pubblico urbano, con impiego di autobus privati facilmente reperibili e impiegabili per decongestionare i flussi di studenti e lavoratori soprattutto nelle ore di punta; una differenziazione degli orari di apertura di scuole, uffici, negozi; un efficace coordinamento delle comunicazioni sull’andamento della pandemia, anche per superare la ciclica contraddittorietà dei messaggi da parte di rappresentanti delle istituzioni e del mondo sanitario e scientifico.
Superare la paura
Nessuno può prevedere l’andamento delle varianti del virus, ma a variare dovrebbero essere soprattutto le azioni di contrasto alla pandemia e l’approccio della politica all’emergenza socio-economica che non può più essere trascurata. Per superare la paura è fondamentale un cambiamento e il nuovo Presidente del Consiglio ha tutte le potenzialità per invertire la rotta.