Il fascicolo sanitario elettronico non decolla, i medici non possiedono ancora le giuste competenze ed è ancora marginale l’uso della tele-visita specialistica. Insomma, siamo ancora indietro nel digitale.
Quella che doveva essere una vera rivoluzione in ambito sanitario, nei fatti non lo dimostra.
Il fascicolo sanitario elettronico, seppure sia stato attivato per quasi tutta la popolazione italiana, è spesso incompleto, privo delle informazioni e dei documenti più utili a medici e pazienti.
Proprio così, lo strumento che dovrebbe contenere tutta la nostra storia clinica, è di fatto un piccolo “bignami” ancora poco conosciuto e utilizzato: solo il 38% dei cittadini ne ha sentito parlare e appena il 12% è consapevole di averlo utilizzato almeno una volta.
Questo è ciò che emerge da una recente rilevazione condotta dall’Osservatorio innovazione digitale del Politecnico di Milano, in collaborazione con Doxapharma.
Sempre in riferimento al fascicolo sanitario elettronico, focalizzando l’analisi sui pazienti cronici o con gravi problemi di salute, il trend migliora, con la quota di pazienti che conosce lo strumento che sale al 73% dei casi e di quelli che lo utilizzano che si attesta al 37%. In particolare, i servizi più utilizzati sono l’accesso ai referti online (dal 52% dei cittadini e dall’88% dei pazienti cronici) e alle ricette elettroniche (rispettivamente, 44% e 88%). Ma comunque, c’è ancora tanto da fare.
Fascicolo elettronico, come va?
Lo abbiamo detto, nonostante si stia parlando di un servizio molto utile e tecnologicamente di alto livello, sono ancora pochi i cittadini a conoscerlo e utilizzarlo. Ma c’è una soluzione.
La messa a regime del fascicolo sanitario elettronico deve costituire una priorità assoluta per il nostro sistema sanitario e deve essere accompagnata da un’adeguata campagna di informazione perché la limitata consapevolezza della sua esistenza fra i cittadini rappresenta la principale barriera a una sua piena diffusione. Affinché il fascicolo possa diffondersi è, inoltre, importante renderlo più completo e arricchirlo di servizi digitali innovativi e di interesse per la popolazione.
Proprio così, molto si gioca sui servizi. Tra le regioni dove si registra un uso maggiore del fascicolo elettronico, il motivo risiede anche nel tipo di servizio offerto. In quelle con le percentuali più alte, è possibile usufruire di servizi come il ritiro di prescrizioni o la prenotazione di visite.
In altre parole, il fascicolo elettronico è una grandissima occasione ma va sfrutta in maniera migliore, dando cioè la possibilità di poter accedere a una grande varietà di servizi sanitari.
E i medici?
Al cospetto di uno scenario di evidente crescita, il processo di digitalizzazione del sistema sanitario appare ancora frammentato. Infatti, secondo quanto riportato, il 60% dei medici specialisti e dei medici di medicina generale possiede sufficienti competenze digitali di base ma solo il 4% ha un livello soddisfacente in tutte le aree delle competenze digitali professionali.
E i pazienti?
I servizi digitali più utilizzati sono il ritiro online dei documenti clinici (37%) e la prenotazione online di visite ed esami (26%). Il 45% dei cittadini che ha prenotato un vaccino lo ha fatto online (il 29% fra gli over 65). L’email è strumento più utilizzato dai medici (79% e 85% tra gli specialisti) e dai pazienti (55%). Bene ma non benissimo.
Le app sono un valido supporto nelle fasi di prevenzione, cura e follow up, particolarmente apprezzate dai pazienti perché utilizzandole sono più consapevoli della propria patologia e del proprio stato di salute (46%) e perché li aiutano a rispettare il proprio piano di cura (42%).
Il servizio di telemedicina più utilizzato è il tele-consulto, seguono la tele-visita e il tele-monitoraggio. Ma la telefonata o la videochiamata con il medico sono ancora le modalità più utilizzate. Ancora marginale l’uso di servizi come la tele-visita con lo specialista (8%), la tele-riabilitazione (6%). In altre parole, non sfruttiamo appieno le potenzialità del digitale.
Conclusioni
La pandemia ha evidenziato l’importanza del digitale per rendere più sostenibile, efficace e resiliente il nostro sistema sanitario. Essere “connessi” è oggi una rivoluzione necessaria che si potrà attuare soltanto sviluppando la cultura e le competenze digitali di professionisti sanitari, cittadini e pazienti, migliorando i progetti digitali e investendo le risorse che servono.