Ritardo nella diagnosi di sepsi puerperale: cosa fare e a chi rivolgersi

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sepsi puerperale

Come determinare le responsabilità mediche in caso di sepsi puerperale

La sepsi puerperale, o materna, è una condizione pericolosa definita dall’OMS come una “disfunzione d’organo conseguente a un’infezione contratta durante la gravidanza, il parto e il periodo post-aborto o post-partum”, considerando un periodo di tempo che inizia con la rottura delle membrane e si conclude il giorno 42 del puerperio.

La sepsi puerperale è quindi un’infezione sistemica grave che può manifestarsi durante la gestazione, nel corso del parto o anche in seguito.

Questa infezione è responsabile del 15% dei decessi materni a livello mondiale, mentre in Italia, in base ai dati dell’Istituto Superiore di Sanità,  la sepsi materna è la quarta causa di morte materna con un tasso del 4,8%, dopo emorragie ostetriche, disturbi ipertensivi e trombosi.

Sepsi puerperale: cause e sintomi

La sepsi puerperale viene scatenata da un’infezione batterica che dall’utero si diffonde nel resto dell’organismo. I batteri accedono all’utero attraverso ferite o dispositivi come sonde o cateteri.

Gli agenti patogeni più comuni sono:

  • streptococco del gruppo B;
  • escherichia coli;
  • enterococchi.

Il rischio di contrarre l’infezione aumenta in caso di parto cesareo che prevede un’incisione chirurgica, oppure se avviene una rottura prematura delle membrane che espone l’utero ai batteri.

Anche l’impiego di sonde e cateteri facilita l’ingresso dei batteri nell’utero che attecchiscono soprattutto nelle donne diabetiche o anemiche, che hanno difese immunitarie più basse e ridotta capacità di contrastare l’infezione.

Riconoscere i sintomi della sepsi materna non è semplice perché sono molto simili a quelli di altre patologie e, inoltre, possono variare in base al caso specifico.

Tra i più comuni troviamo:

  • febbre alta;
  • sensazione di freddo e comparsa di brividi;
  • dolore all’utero;
  • secrezioni vaginali purulente o con sangue;
  • aumento delle frequenza cardiaca;
  • aumento della frequenza respiratoria;
  • stato confusionale;
  • bassa pressione sanguigna.

Per accertare la presenza dell’infezione si possono eseguire esami del sangue, una coltura batterica e un’ecografia all’utero. La terapia più utilizzata per contrastare l’infezione, prevede la somministrazione di antibiotici.

Riconoscere tempestivamente i sintomi della sepsi e intervenire per tempo, permette di evitare l’insorgere di patologie gravi o arrivare addirittura al decesso della partoriente.

Errori medici che determinano o aggravano la sepsi puerperale

Quando si manifesta la sepsi è opportuno verificare se vi sono stati errori medici o mancanze nell’assistenza sanitaria alla mamma e al nascituro.

Per prevenire la sepsi materna è necessario adottare misure igieniche accurate sia durante che dopo il parto. La mancanza di igiene negli ambienti ospedalieri insieme ad una non adeguata sterilizzazione degli strumenti chirurgici utilizzati per il cesareo, possono contribuire alla diffusione degli agenti patogeni.

Tra gli errori più comuni quando si tratta di sepsi puerperale, c’è il mancato riconoscimento dei sintomi, che porta ad un ritardo nella diagnosi e la scelta di un trattamento antibiotico inappropriato che ritarda le cure realmente efficaci.

Un ritardo nella diagnosi di questa infezione comporta seri rischi per la donna:

  • danni agli organi principali come reni, fegato, polmoni;
  • shock settico che si verifica quando la pressione sanguigna riduce l’afflusso agli organi;
  • successivi interventi chirurgici per rimuovere la fonte dell’infezione;
  • morte per parto.

Anche il nascituro corre dei rischi in caso di ritardo nella diagnosi:

  • nascita prematura a causa di un travaglio indotto dall’infezione;
  • rallentamento della crescita intrauterina;
  • infezione neonatale, la sepsi viene trasmessa dalla mamma al bambino che deve essere sottoposto a cure antibiotiche;
  • morte fetale nei casi più gravi.

La manifestazione di una di queste circostanze deve essere accuratamente investigata per determinare eventuali responsabilità mediche che hanno portato alla manifestazione della sepsi o che hanno comportato un ritardo nelle cure.

È possibile chiedere un risarcimento in caso di danni per sepsi puerperale?

Se hai contratto la sepsi materna e tu o tuo figlio avete riportato dei danni, potresti avere diritto a un risarcimento. Dovrai dimostrare la correlazione tra evento lesivo e responsabilità del medico, producendo prove a sostegno del caso e valutando l’eventuale inosservanza delle linee guida mediche.

Se non sai come fare, noi di Periplo Familiare possiamo aiutarti.

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Categorie:Responsabilità Medici

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