Una media di 37 i sinistri per struttura sanitaria pubblica in un anno: è quanto emerge dal nuovo report MedMal Italia realizzato da Marsh.
Il report, dedicato alla malpratica medico-sanitaria e giunto quest’anno alla X edizione, analizza oltre 11.000 sinistri relativi a 60 strutture pubbliche (presidi di primo livello, aziende ospedaliere specialistiche e universitarie e ospedali specializzati) distribuite sul territorio nazionale.
I tempi e i costi della denuncia
Per quanto riguarda l’importo liquidato medio, questo report evidenzia un totale di poco più di 78.000 euro per sinistro.
Per i tempi di denuncia, si registra una certa variabilità a seconda del tipo di sinistro considerato.
Si registra una maggiore lentezza per le infezioni, caratterizzate dai tempi più dilatati: entro 6 mesi viene denunciato solo il 14% di questi eventi e si giunge al 70% in un periodo di 4 anni. Anche per gli errori da parto si rileva una velocità di denuncia abbastanza lenta (73% entro i 4 anni). Al contrario, il periodo di denuncia di un sinistro legato ad errori diagnostici e terapeutici è rapido: il 40% viene denunciato entro il primo anno, per poi superare il 90% entro i 5 anni. Gli errori diagnostici, terapeutici e soprattutto quelli collegati a procedure invasive risultano essere infine i sinistri caratterizzati dalla velocità di denuncia più elevata: negli eventi collegati a procedure invasive si raggiunge quasi l’80% in due anni. Periplo familiare ascolta tutti i casi di malasanità in tutta Italia, da Roma a Milano.
Gli errori più frequenti e le specialità più colpite
Al primo posto fra gli errori più frequenti, quelli connessi all’attività chirurgica (pari al 35,9%), seguito dagli errori diagnostici (18,5%) e da quelli terapeutici (12%). Le cadute accidentali sono il 9,9%, mentre le infezioni rappresentano il 6% del campione e gli errori da parto quasi il 4%, sebbene siano tra gli eventi più rilevanti dal punto di vista economico.
Infatti, gli eventi collegati al parto si confermano i più rilevanti in termini economici, nonostante rappresentino il 3,2% dei sinistri, con un valore del liquidato medio pari a 524.000 euro (pari a quasi 7 volte la media del liquidato). Un dato che si riflette anche nell’analisi dei top claims (i sinistri con un costo uguale o superiore ai 500.000€), in cui gli errori da parto occupano la terza posizione con il 19,7%, alle spalle dell’area chirurgica (24,5%) e di quella diagnostica (21,6%).
Analogamente a quanto indicato nella precedente edizione del report, le unità operative che subiscono la maggiore frequenza di richieste di risarcimento danni sono Ortopedia e Traumatologia (15,6%), Chirurgia Generale (13%) e Pronto Soccorso (11,8%), in aumento rispetto alla scorsa edizione, seguite da Ostetricia e Ginecologia (11,1%): queste quattro unità rappresentano insieme circa la metà del campione.
Il tasso di rischio
Il tasso di rischio si conferma in linea con quanto espresso nell’edizione precedente: 6,5 sinistri ogni 100 medici, 2,8 ogni 100 infermieri e di 1,3 ogni 1.000 ricoveri, per valori assicurativi che si attestano sui 5.659€ per medico, 2.434€ per infermiere e 113€ per ricovero.
Nell’edizione di quest’anno, infine, il report ha aggiunto un capitolo dedicato ai sinistri nella sanità privata. I trend che emergono non si discostano molto da quelli registrati nell’ambito della sanità pubblica: crescita di circa il 4% annuo della frequenza e importi medi liquidati pari a circa 61.000€.
Uno dei motivi del numero inferiore di sinistri è da ricercare nel fatto che nel privato – fino a febbraio 2017 – il personale sanitario operava principalmente in regime libero professionale, rispondendo, in caso di errore, in prima persona per il danno arrecato. Con l’approvazione della Legge Gelli, è stato introdotto un nuovo regime di responsabilità per le strutture sanitarie private che non potranno più indirizzare il contenzioso direttamente sul medico libero professionista, ma verranno coinvolte in tutti i sinistri.