Ecco i dati del rapporto annuale INAIL 2020: meno infortuni e malattie professionali, ma la pandemia ha aumentato notevolmente i decessi.
Il personale sanitario assunto dall’INAIL per contrastare la pandemia lavora senza tutele contro il rischio di contagio da Covid-19. Ebbene sì, perché non c’è alcuna norma a disporre l’obbligatorietà di un paracadute assicurativo agli oltre 3 milioni di sanitari tra medici di base, medici professionisti e infermieri che affronto la battaglia contro il virus.
È quanto si apprende dalla Relazione 2020 dell’INAIL, illustrata dal presidente Franco Bettori, che ha chiesto, tra l’altro, di risolvere questa anomalia, cosa che potrebbe avvenire nei prossimi mesi con l’estensione dell’obbligo di assicurazione.
La pandemia ha riaperto la questione dell’esclusione dalla tutela INAIL di soggetti particolarmente esposti al rischio contagio, come quella dei medici di famiglia e dei medici liberi professionisti, che insieme ad altre categorie non possono beneficiare della copertura assicurativa e delle conseguenti prestazioni economiche, socio-sanitarie, riabilitative e di reinserimento.
La Relazione INAIL 2020
La relazione riguarda il 2020, anno di insorgenza della pandemia, che anche per l’INAIL è stata molto influente toccando due aspetti dell’andamento infortunistico.
Da un lato ha comportato la riduzione dell’esposizione al rischio per gli eventi c.d. “tradizionali” (in fabbrica, negli uffici) e per quelli in movimento, naturalmente per via del lockdown e del rallentamento delle attività produttive.
Dall’altro ha prodotto una specifica categoria di infortuni: il contagio da Covid-19.
Quindi, rispetto all’anno precedente, si è registrato un consistente calo degli infortuni e delle malattie professionali e un notevole incremento dei casi mortali.
Infortuni sul lavoro
I dati sulle denunce di infortunio nel 2020 registrano, rispetto all’anno precedente, un calo dei casi in complesso e l’aumento significativo di quelli mortali.
Sono state registrate poco più di 571mila denunce di infortuni accaduti nel 2020 (-11,4% rispetto al 2019), un quarto delle quali relative a contagi da Covid-19 di origine professionale. Gli infortuni riconosciuti sul lavoro sono stati 375.238 (-9,7% rispetto al 2019), di cui 48.660, pari al 12,97%, avvenuti fuori dell’azienda, ovvero con mezzo di trasporto o nel tragitto di andata e ritorno tra la casa e il luogo di lavoro.
I casi mortali denunciati all’INAIL sono stati 1.538, con un incremento del 27,6% rispetto ai 1.205 del 2019 che deriva soprattutto dai decessi causati dal Covid-19, che rappresentano oltre un terzo del totale delle morti segnalate all’Istituto.
Gli infortuni mortali per cui è stata accertata la causa lavorativa sono 799 (+13,3% rispetto ai 705 del 2019). Gli incidenti plurimi, che hanno comportato la morte di almeno due lavoratori contemporaneamente, sono stati 14, per un totale di 29 decessi.
Malattie professionali
I dati del 2020 indicano un calo notevole delle denunce di malattia professionale.
Le patologie denunciate, infatti, sono state poco meno di 45mila, in diminuzione del 26,6% rispetto al 2019. Ne è stata riconosciuta la causa professionale al 35,34%, mentre il 3,33% è ancora in istruttoria. Anche su questa flessione, in controtendenza con gli incrementi rilevati nel quinquennio precedente, ha influito l’emergenza epidemiologica.
Le denunce riguardano le malattie e non i soggetti ammalati, che sono circa 31.400, di cui il 38,06% per causa professionale riconosciuta dall’Istituto.
Le prestazioni sanitarie
L’INAIL non è soltanto assistenza economica: eroga anche prestazioni sanitarie.
Nel 2020, ne ha erogate 6,4 milioni a sostegno dei lavoratori. L’86% degli interventi sono stati richiesti a seguito d’infortuni, il resto per malattia professionale. Le prestazioni di «prime cure» effettuate presso i 120 ambulatori INAIL sono state oltre 470mila. Quelle riabilitative 134.951.
Conclusioni
Tanti numeri per raccontare ciò che avvenuto in emergenza dal punto di vista degli infortuni sul lavoro. Ma quali altri numeri e soprattutto altri scenari ci aspettano?
Diverse le misure in programma da parte dell’Istituzioni, due le principali: ampliamento delle tutele a favore delle categorie professionali escluse, quelle dei medici e degli infermieri che, proprio in tempi di Covid, sono state le categorie maggiormente esposte al rischio; in secondo luogo, il miglioramento delle prestazioni economiche per gli infortunati.