Cosa fare per accertare la responsabilità medica in caso di morte per parto della madre
La gravidanza è un evento importante nella vita di ogni donna e, nella maggior parte dei casi, quando viene ben gestito e monitorato, si svolge nel migliore dei modi, portando ai futuri genitori e alle loro famiglie gioia e felicità.
In alcuni casi, però, potrebbero insorgere una serie di complicazioni che possono interessare la madre, il neonato o entrambi, procurando loro danni fisici, morali o addirittura il decesso.
Purtroppo, infatti, la morte per parto, seppur in minima percentuale rispetto al numero delle potenziali nascite, è ancora oggi un evento possibile. Scopriamone di più.
Morte per parto della madre: cosa dice il Ministero della Salute
Tra le diverse conseguenze di un parto, la morte della madre desta sicuramente particolare attenzione. Basti sapere che per ridurre la mortalità materna, il Ministero della Salute ha emesso nel 2008 una “Raccomandazione per la prevenzione della morte materna o malattia grave correlata al travaglio e/o al parto” a cui i medici sono tenuti ad attenersi.
Obiettivo della raccomandazione è quello di offrire strumenti per prevenire eventi avversi, aumentare la consapevolezza del pericolo in alcune circostanze, promuovere l’assunzione di responsabilità da parte degli operatori e costituire anche un documento di riferimento per la valutazione successiva degli eventi.
Quali sono le possibili cause di morte della madre
Prima, durante e dopo un parto, sono diverse le cause che possono mettere a rischio la salute della donna e, quando le complicazioni di una gravidanza diventano fatali, si distinguono due casi: la morte materna diretta e la morte materna indiretta.
La morte diretta è causata da complicanze della gravidanza o del parto, per interventi inappropriati o per omissioni nelle cure.
La morte indiretta è invece la conseguenza di malattie preesistenti, aggravate o insorte durante la gravidanza, come ad esempio neoplasie, patologie cardiache o malattie psichiatriche che possono anche portare al suicidio.
Tra le cause più frequenti di morte materna sono:
- emorragia post partum o l’ipertensione
- malattia tromboembolica
- sepsi
- decesso per anestesia
Tali aspetti clinici possono essere prevenuti adottando idonee misure di prevenzione, seguendo percorsi diagnostico-terapeutici adeguati, fornendo assistenza continua, informando in modo adeguato le donne assistite.
In quali casi la morte per parto è responsabilità del medico
La responsabilità del medico viene valutata in base al criterio di diligenza come disposto dal Codice Civile all’art 1176 comma 2: può ritenersi diligente il medico che è stato conforme ai protocolli, alle linee guida e alle pratiche assistenziali di riferimento, ma anche in considerazione delle conoscenze e delle competenze riferibili al professionista di media preparazione, in relazione al caso specifico. Si richiede quindi al sanitario una “diligenza qualificata”.
Per accertare la sussistenza di errore medico in caso di morte per parto, inoltre, bisogna fare riferimento alla Legge Gelli-Bianco dell’8 marzo 2017 in cui si stabilisce che il medico deve agire nel rispetto delle linee guida cliniche assistenziali definite dagli enti sanitari.
Morte per parto: cosa fare e a chi rivolgersi?
Se, durante o dopo il parto, le condizioni di salute della donna si aggravano fino al decesso, ci potrebbero essere tutti gli estremi per denunciare il caso di malasanità e richiedere un risarcimento danni. Per dimostrare l’errore medico è necessario documentare il nesso di causa-effetto tra condotta del sanitario e morte per parto, fornendo prove e documenti.
Se una donna della tua famiglia ha perso la vita per complicanze durante il parto o la gravidanza, Periplo Familiare può aiutarti ad accertare la responsabilità del medico e ottenere un risarcimento.
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