La pandemia ha accelerato il percorso di digitalizzazione della sanità.
Ma l’Italia è ancora molto indietro: solo il 5,1% dei pazienti anziani ne ha accesso. Uno slancio importante arriva dal PNRR, vediamolo.
La pandemia ha accelerato il percorso di digitalizzazione della sanità, rendendo concreti dei servizi da remoto che fino a un anno fa erano considerati impensabili.
Ma l’Italia è ancora molto indietro. A livello di servizi di assistenza domiciliare, per esempio, solo il 5,1% dei pazienti anziani ne ha accesso. Uno slancio importante arriva dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). Ma vediamo nel dettaglio.
Gli italiani e la sanità digitale
C’è divario tra il percorso di digitalizzazione avviato dal sistema sanitario italiano e il contesto internazionale. A livello di servizi integrati di assistenza domiciliare, in Italia solo il 5,1% dei pazienti anziani ne ha accesso rispetto a una media Ocse del 6%.
L’interesse dei cittadini italiani verso la digitalizzazione dei servizi legati alla sfera della salute, anche alla luce di ciò che ha provocato la pandemia, appare oggi più che mai forte. Come emerso da un recente studio, infatti, il 62% del campione ha dichiarato di aver prenotato online visite e altre prestazioni sanitarie, il 32% ha utilizzato app per gestire alcuni aspetti legati alla salute e ai percorsi sanitari, il 29% ha interagito tramite chat con uno specialista e il 22% ha effettuato un consulto sanitario online.
La spinta del PNRR
Con il PNRR sul piatto arriveranno oltre 20 miliardi di euro destinati al settore della sanità.
In particolare, l’obiettivo Salute del piano si declina nelle componenti “Reti di prossimità, strutture intermedie e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale” e “Innovazione, ricerca e digitalizzazione del servizio sanitario nazionale”.
Come sfruttare al meglio questa spinta importante? Attraverso una gestione puntuale dei dati sanitari e un approccio strutturato alla telemedicina rispetto a tutti gli ambiti che concorrono al buon esito delle sue potenzialità.
Quattro proposte strategiche
Le proposte avanzate in materia di telemedicina, per i tre contesti strategici sui quali si snoda lo sviluppo della digitalizzazione della salute (ospedaliero, farmaceutico e tecnologie medicali) sono le seguenti:
- individuazione di standard nazionali, chiari e vincolanti, per l’accreditamento degli strumenti utilizzabili per i servizi di telemedicina;
- definizione delle prestazioni di telemedicina e requisiti relativi all’erogabilità della prestazione anche al di fuori della sede fisica accreditata;
- adeguata formazione del personale sanitario in modo da sostenere e guidare la transizione digitale del settore sanitario;
- studio della sostenibilità economica delle attività di telemedicina, che ne definisca delle specifiche tariffe in grado di tener conto degli investimenti necessari all’erogazione delle stesse.
Si tratta di quattro snodi fondamentali per valorizzare gli investimenti in telemedicina attualmente previsti dal PNRR. Ma per ridisegnare la sanità del futuro è necessario adottare un approccio strutturato e sistemico, ripensando ai modelli organizzativi, garantendo un coordinamento nelle politiche di investimento per l’innovazione, assicurando la disponibilità di dati tempestivi e certi per una corretta programmazione e gestione degli interventi necessari.
Conclusioni
La rapida diffusione del virus ha messo in luce le debolezze del sistema sanitario italiano ma ha anche accelerato l’individuazione e l’applicazione di soluzioni innovative e digitali, ha contributo al rafforzamento della collaborazione tra i vari stakeholder e ha determinato un maggiore ricorso all’e-health e alla telemedicina per garantire un’assistenza efficace e continuativa al paziente. Ha, inoltre, accentuato il ruolo cruciale dei big data per migliorare i processi e le prestazioni del servizio sanitario. Secondo gli esperti, però, l’innovazione è al centro ma le tecnologie, da sole, non possono guidare il cambiamento, è necessaria, infatti, una strategia che preveda il coinvolgimento dell’intero ecosistema della salute, con nuovi modelli di collaborazione.