Liste d’attesa: il Ministro della Salute chiama un Cup ma nessuno risponde

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Doctors and nurses walking in hospital hallway, blurred motion.

Il Ministro Grillo: “Ho provato a chiamare un Cup per una mattinata, ma nessuno ha risposto”. Ma qual è oggi la situazioni delle prenotazioni e liste d’attesa?

Dal primo giorno del suo insediamento ho dichiarato guerra alle liste d’attesa. La loro efficienza passa innanzitutto attraverso i Cup. Per verificarne il funzionamento ne ha chiamato uno, ma nessuno ha risposto alle telefonate. Ha quindi contattato il direttore di quell’Asl che ha di conseguenza attivato i controlli e le verifiche. 

Così ha dichiarato il Ministro della Salute Giulia Grillo, in un video pubblicato sulla sua pagina Facebook e ha poi aggiunto “Per monitorare l’efficienza delle liste d’attesa, abbiamo attivato il 1500, un numero di pubblica utilità con cui segnalare i disservizi. Continuate a fare le vostre segnalazioni, perché solo in questo modo possiamo individuare e risolvere i problemi!”.

Ma a che punto siamo con le liste d’attesa?

C’è ancora poca trasparenza nelle informazioni ai cittadini da parte di Regioni e Asl. 

Il Piano Nazionale di Governo delle Liste d’attesa (2010-2012) aveva previsto, a garanzia della trasparenza e dell’accesso alle informazioni su liste e tempi di attesa, un monitoraggio annuale sui siti web di Regioni e Province Autonome e di Aziende sanitarie. Tali informazioni dovrebbero essere rese pubblicamente disponibili a tutti i cittadini con l’obiettivo di favorire il controllo sull’operato delle Istituzioni e sull’utilizzo delle risorse pubbliche.


La Fondazione Gimbe ha fotografato la situazione nelle Regioni e nelle Asl a poco meno di tre mesi dall’approvazione del nuovo Piano Nazionale (2019-2021), fortemente voluto dal Ministro della Salute Giulia Grillo, per cui sono stati stanziati 350 mln in tre anni. Il nuovo Piano prevede tempi massimi per garantire le prestazioni di ricovero e ambulatoriali che se non verranno rispettati daranno la possibilità al cittadino di ottenere la prestazione in intramoenia pagando solo il ticket.

La Fondazione ha rilevato che il Ministero della Salute non ha mai pubblicato i risultati del monitoraggio previsto dal Piano Nazionale delle Liste d’attesa. In particolare, non è disponibile alcun report sulla redazione dei piani attuativi aziendali, né tantomeno sulla rendicontazione pubblica dei tempi di attesa, oggetto solo di studi a campione effettuati da varie organizzazioni.

 

I risultati del Report

La ricerca delle informazioni è stata effettuata sia consultando direttamente i siti web istituzionali di Regioni, Province autonome e Aziende sanitarie, sia tramite ricerche Google utilizzando specifiche parole chiave. I dati relativi ai siti di Regioni e Province autonome sono aggiornati al 6 maggio 2019, mentre quelli relativi ai siti delle Aziende sanitarie si riferiscono a dicembre 2018.
  

Dall’analisi degli unici 9 portali interattivi (della Provincia autonoma di Bolzano, della regione Basilicata, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Piemonte, Toscana, Valle d’Aosta) emerge, in generale, che nessuna Regione oggi fornisce informazioni complete sul rispetto dei tempi massimi di attesa, né i tempi di attesa delle strutture eroganti per ciascuna prestazione con indicazione della prima disponibilità per il cittadino.  
Inoltre, solo il 18% delle aziende sanitarie rendono disponibili informazioni sulle liste di attesa. 

 

Cosa ci possiamo aspettare?

Con il Nuovo Piano 2019-2021, il Governo ha stanziato complessivi 400 milioni di euro solo per l’implementazione e l’ammodernamento delle infrastrutture tecnologiche legate ai sistemi di prenotazione elettronica per l’accesso alle strutture sanitarie.
L’auspicio è che questo investimento venga concretamene utilizzato per riallineare i sistemi informativi regionali e aziendali, al fine di includere informazioni sui tempi di attesa, fondamentali nell’ambito dell’assistenza sanitaria pubblica. 

Categorie:Storie di Malasanità

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