La crisi del 118: pochi medici e infermieri in ambulanza

Scopri di più
medico in ambulanza

La presenza di un medico in ambulanza non è obbligatoria: ecco cosa dice la legge

Il servizio di emergenza 118 è a corto di personale medico, al punto tale che non è possibile garantire la presenza di un medico in ogni ambulanza.

In base ai dati diffusi dallo stesso 118, solo 1 provincia su 3 sembra avere mezzi con personale adeguato ad affrontare le emergenze.

Eppure un medico all’interno di un’ambulanza con a bordo un paziente grave può fare la differenza. Addirittura ci sono il 30% in più di possibilità di sopravvivenza nei casi più a rischio.

Questa carenza di personale sta mettendo a dura prova il sistema di assistenza di primo soccorso la cui responsabilità grava totalmente in molti casi sull’infermiere del 118 presente in ambulanza.

Il 118 è il primo numero che chiamiamo in caso di emergenza, ma se a bordo delle ambulanze non ci sono abbastanza medici e infermieri, c’è il rischio di non ricevere le cure appropriate. L’importanza di una ambulanza con a bordo un medico non è limitata ai casi gravissimi, che rappresentano una percentuale assai minore rispetto al totale, ma fa la differenza riguardo a tutte le condizioni cliniche di emergenza, medica e chirurgica che necessitano di una diagnosi precoce.

Un’ambulanza medicalizzata consente di effettuare un’azione di filtro: la presenza di personale con adeguate competenze permette di definire se il paziente può essere lasciato a casa dopo aver ricevuto le prime cure, oppure se è il caso di portarlo in ospedale. Ne deriva che, se questo sistema funzionasse correttamente, i pronto soccorso sarebbero meno intasati.

Personale sulle ambulanze: la normativa di riferimento

In Italia non esiste una legge che regolamenti la presenza del medico a bordo. In base al D.P.R n. 270 del 28 luglio 2000, sulle ambulanze devono necessariamente essere presenti l’autista soccorritore, il soccorritore e l’infermiere. Il medico può decidere di salire o meno, in base alla gravità del caso: tale valutazione viene però di fatto lasciata quasi sempre all’operatore che riceve la telefonata dalla Centrale operativa.

Chiamando il 118, se l’ambulanza è priva di medico è possibile ricevere solo un’assistenza di base, spetta all’infermiere dell’ambulanza l’onere di valutare la gravità del caso, fornire le prime cure valutando i parametri vitali e decidere l’eventuale trasporto in ospedale.

Tuttavia, se l’emergenza è particolarmente gravosa, l’ambulanza non medicalizzata potrebbe non essere in grado di fornire cure adeguate alla situazione, si deve quindi chiamare un medico che con un mezzo proprio giunge sul posto oppure procedere con l’immediato trasporto in ospedale mandando il paziente in attesa al pronto soccorso.

Questo passaggio può mettere a serio rischio la salute del paziente, pensiamo ad esempio ad un mancata anamnesi di aneurisma che può mettere in pericolo la vita di chi ne è colpito.

La situazione di carenza di personale specializzato a bordo di ambulanze 118, seppur problematica in tutta Italia, presenta delle differenze in base alle diverse regioni. Al nord si avverte maggiormente l’assenza di un medico del 118, carenza che si è cercato di sopperire inserendo all’interno di ogni ambulanza un infermiere altamente specializzato, al sud invece si fanno sentire i numerosi tagli effettuati nel settore sanitario: i soccorsi arrivano troppo spesso in ritardo perché le ambulanze sono poche. 

Pochi medici del 118: cosa possono fare i cittadini per tutelarsi?

Mario Balzanelli, Presidente del SIS 118, ha invitato il Governo a prendere in seria considerazione la situazione del Sistema di Emergenza Territoriale 118. Tra i punti su cui è necessario intervenire per tutelare il paziente in ambulanza vi è la necessità di avviare una riforma legislativa del sistema associata ad un coerente stanziamento di risorse per valorizzare e tutelare dignità e valore degli operatori di bordo: medici, soccorritori e infermieri del 118.

Allo stato attuale, vista l’assenza di una normativa per l’obbligatorietà dei medici nell’ambulanza e in considerazione del fatto che la decisione di inviare un medico spetta alla Centrale operativa, l’unica cosa che possono fare i cittadini per tutelarsi è spiegare il più chiaramente possibile la situazione quando chiamano il numero di emergenza. Questo nella speranza che l’operatore comprenda la gravità del caso, ove presente, e decida di inviare il mezzo di soccorso più idoneo a risolvere il problema.

Una corretta telefonata al 118 è importante ma talvolta, per ragioni comprensibili, impossibile nella pratica. Se tu o un tuo familiare avete riportato un peggioramento della salute dopo aver chiamato i soccorsi, perché la gravità del caso non è stata riconosciuta dal personale dell’ambulanza, potreste avere diritto a un risarcimento del danno.

Il caso deve essere attentamente ricostruito fornendo prove documentali che testimoniano l’errore medico. A tal fine, dovrete rivolgervi a un medico legale e ad un avvocato specializzato in casi di malasanità. In questi casi, potete rivolgervi a noi di Periplo Familiare, siamo la più grande associazione italiana a tutela delle vittime di malasanità: da oltre 25 anni aiutiamo i pazienti a ottenere giustizia, sostenendoli legalmente e moralmente.

Contattaci per fissare una consulenza gratuita.

 

Categorie:Storie di Malasanità

Calcolo del danno biologico

Raccontaci il tuo caso e scopri quale risarcimento potresti ottenere in base agli altri casi, simili al tuo, che abbiamo affrontato durante i nostri 27 anni di esperienza.

Scarica la Guida ai tuoi diritti

Tutto quello che bisogna sapere a proposito degli errori medici

Scarica la guida
Scarica Ora

Siamo spiacenti, ci sono problemi con l'invio del modulo.
Riprova più tardi.

Raccontaci il tuo caso

Compila il form e spiegaci cosa è accaduto. Ti ricontatteremo al più presto per approfondire il tuo caso e fornirti assistenza.

Invia la tua
richiesta

Siamo spiacenti, ci sono problemi con l'invio del modulo.
Riprova più tardi.