Italia senza medici: uno scenario reale?

Scopri di più
consultorio

Allarme carenza medici, sempre meno negli ospedali pubblici e il medico di base rischia di sparire

A partire dal 4 settembre 2018 saranno 67mila i candidati ai test d’ingresso per la facoltà di Medicina. Un numero importante che ci lascia ben sperare circa le sorti della professione, ma è realmente cosi? In Italia il numero di medici è adeguato a fronteggiare le esigenze sanitarie del nostro Paese?   

Ad oggi abbiamo più medici che negli altri Paesi dell’Unione Europea con sistemi sanitari assimilabili al nostro, ma nei prossimi 5 anni mancheranno all’appello 11.800 medici, un vuoto che riguarderà sia i medici di famiglia sia i quelli del Servizio Sanitario Nazionale. 

Ma il dato grave è anche un altro: le uscite stimate non saranno bilanciate da nuove assunzioni. Questa “emorragia” rischia di mettere crisi un sistema già “gravemente malato”.

Ma vediamo di analizzare insieme i motivi di questo “vuoto” assistenziale con cui purtroppo dovremo fare i conti tra non molto.

Prima causa tra tutte: le uscite dal lavoro dei medici pubblici
L’Italia vanta un primato nei confronti dell’Europa: i nostri medici sono i più anziani di tutti. 

Il 51,5% di loro ha superato i 55 anni di età, contro il 10% del Regno Unito, il 20% o poco più di Olanda e Spagna. L’ondata di pensionamenti non è di per sé un dato preoccupante, il problema è un altro: le uscite stimate non saranno bilanciate dalle nuove assunzioni. Inoltre, un medico su tre (35%), lascia il servizio sanitario pubblico prima della pensione e la causa è da ricercare nei pre-pensionamenti, mentre uno su cinque sceglie il settore privato.

I problemi “in entrata”
Se un medico su tre lascia il servizio pubblico per motivi diversi dai sopraggiunti limiti di età, uno specializzato su quattro opta anche lui per altro, come il lavoro nel privato, in convenzione o magari all’estero. Questo crea un gap crescente tra medici neo-specializzati e medici che lasciano il posto e il gap maggiore si avrà per nell’igiene pubblica (- 2.670), la medicina interna (-1.638), la medicina d’urgenza (-1.080) e la chirurgia generale (-1.039).

Ma perché si verifica questo importante abbandono dei ruoli pubblici a vantaggio delle strutture private? Di sicuro, queste realtà sono in grado di assicurare retribuzioni più adeguate alla professionalità acquisita dai singoli medici. Il sistema pubblico paga poco e non assicura progressioni di carriera che quanto meno compensino il basso livello retributivo. Inoltre le strutture private, garantiscono una flessibilità di orari che nel pubblico, con il suo turn over, è impensabile. Ciò provoca un gravissimo danno ad un sistema che investe risorse per formare negli anni professionisti, che poi scelgono la struttura privata. 

Le specialità mediche con più carenze di organico
Le criticità variano comunque da una specialità all’altra. Nei prossimi otto anni ad esempio i medici dei servizi sanitari di base si estingueranno, mentre gli igienisti si ridurranno del 93% e i patologi clinici dell’81. Internisti, chirurghi, psichiatri, nefrologi si ridurranno a loro volta di oltre la metà, anche se il maggior numero di cessazioni dal lavoro in termini assoluti si avrà tra gli anestesisti, che lasceranno in 4.715 da qui al 2025.

Il medico di famiglia in via di estinzione?
La carenza medici toccherà in particolare il ruolo chiave del medico di base. Nei prossimi 5-8 anni 14 milioni di italiani si ritroveranno senza medico di base, nei prossimi 10 anni, il 70% dei medici di base andrà in pensione. Il 2022 sarà un annus horribilis: solo in quell’anno infatti andranno in pensione 3.902 medici di base. Sicilia, Lombardia, Campania e Lazio avranno le maggiori “perdite”.

Le cause della carenza dei medici di base non è solo nel basso numero di borse di studio, ma è soprattutto a monte. Ad un certo punto degli studi medici, infatti, ci si trova di fronte a un bivio: scegliere la specializzazione attraverso un concorso per ottenere il diploma o fare il medico di base e ottenere l’attestato. Ma il tirocinio per un medico di base è pagato 800 euro al mese contro i 1.800 di uno specializzando, per non parlare dell’immaginario comune che vede nel medico di base una professione poco appeal. 

Le “cure” per uscire dall’emergenza
Cosa fare allora? Senza misure correttive potremmo trovarci a dover “importare” pediatri, igienisti, cardiologi e chirurghi, le specialità maggiormente carenti. 

Intanto occorre rivedere il numero chiuso, andrebbe infatti ridefinita la quota di accesso all’Università in base alle esigenze. Secondo, il compenso del tirocinio dovrebbe essere identico: non possono esserci medici di serie A e di serie B. Poi c’è bisogno di stipulare contratti ad hoc per i medici che non accedono alle scuole di specializzazione e di definire una lista di attività che potrebbero essere svolte dal medico in formazione specialistica. Tutto ciò però non può che essere basato su nuovi investimenti nel capitale umano del SSN.

Pochi medici dunque ma non perché la professione abbia perso il suo significato, ma perché sono state le istituzioni a perderlo di vista. 

Categorie:Storie di Malasanità

Calcolo del danno biologico

Raccontaci il tuo caso e scopri quale risarcimento potresti ottenere in base agli altri casi, simili al tuo, che abbiamo affrontato durante i nostri 27 anni di esperienza.

Scarica la Guida ai tuoi diritti

Tutto quello che bisogna sapere a proposito degli errori medici

Scarica la guida
Scarica Ora

Siamo spiacenti, ci sono problemi con l'invio del modulo.
Riprova più tardi.

Raccontaci il tuo caso

Compila il form e spiegaci cosa è accaduto. Ti ricontatteremo al più presto per approfondire il tuo caso e fornirti assistenza.

Invia la tua
richiesta

Siamo spiacenti, ci sono problemi con l'invio del modulo.
Riprova più tardi.