Xulieta è nata in Albania, ha 38 anni ed è mamma di una splendida bambina. È venuta in Italia per garantire a sua figlia un futuro migliore, ed è con grande determinazione, che subito dopo il suo arrivo si mette in cerca di un lavoro.
Lo trova a Bracciano, vicino Roma, presso una trattoria che la assume come cameriera. Qui si trova bene, il lavoro è duro, certo, ma il contatto col pubblico lo rende piacevole.
Ma una sera come tante le cose cambiano di colpo. Xulieta cade accidentalmente facendosi male a un ginocchio. Non si ferisce, ma la gamba batte a terra violentemente. Xulieta è costretta a fermarsi, non può lavorare così. Il ginocchio fa male e la gamba è gonfia.
Si sottopone a un primo intervento di artroscopia ma qualcosa non va come dovrebbe. Tornata a casa la rotula continua a lussarsi e lei non riesce più a camminare. D qui inizia il suo calvario a cui si aggiungono le pressioni da parte del datore di lavoro.
Si susseguono altri ricoveri ed interventi, che se da un lato la fanno tornare a camminare, dall’altro la lasciano con una gamba piena di cicatrici e con una zoppia evidente che la limita in tutto. La convalescenza è lunga e per una donna come lei, così energica e attiva, non poter camminare come una volta è un grande trauma. La fisioterapia l’aiuta, ma Xulieta è cambiata.
Inizia una lunga e dolorosa depressione a cui si aggiunge la perdita del lavoro. È solo l’amore per la figlia a darle la forza necessaria per chiedere aiuto. Tutto questo non doveva accadere e Xulieta vuole giustizia.
L’INCONTRO CON LA NOSTRA ASSOCIAZIONE
Conosciamo la Sig.ra Xulieta una mattina d’inverno. È venuta presso la nostra Associazione perché a sentito parlare di noi e ha scelto di fidarsi. Ecco, la fiducia. Questo sentimento che la Sig.ra Xulieta dice di nutrire ancora per il nostro Paese, nonostante tutto. “Sono venuta in Italia per aiutare la mia famiglia e per far crescere mia figlia in un posto migliore, che può offrirle un futuro. Ed è proprio perché ho ancora fiducia in questo Paese, sono sicura saprà darmi la giustizia che merito. Aiutatemi in questo”. Poi ci mostra una foto della figlia, “Se sono qui è per lei”.
IL RISARCIMENTO
Il procedimento non ha trovato ostacoli e anche le tempistiche sono state abbastanza rapide. Grazie a tutta la documentazione in nostro possesso e all’impegno dei nostri collaboratori, la sentenza del tribunale di Roma, confermata in appello, procede con un risarcimento pari ai 153.002,78 euro.