Interventi chirurgici, il rischio arriva dopo un mese

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Quanto sono sicuri gli interventi chirurgici? Possibili complicanze nel breve e nel lungo periodo

Sebbene le procedure operatorie siano ormai consolidate e numerosi interventi sono ormai considerati di routine, dopo un intervento chirurgico possono comunque presentarsi delle complicanze di diversa gravità, non solo nei giorni immediatamente successivi all’operazione, ma anche nel lungo periodo.

Le complicanze possibili variano in base al tipo di operazione chirurgica effettuata e in base a parametri variabili come l’età del paziente, la presenza di patologie pregresse o fattori di rischio determinati da abitudini poco salutari come, ad esempio, il fumo.

Oltre che nell’immediato, gli interventi chirurgici hanno un rischio anche nel lungo periodo, che si manifesta quindi a distanza di tempo dall’operazione.

Dopo un intervento possono presentarsi dei problemi di salute, ma il dato preoccupante è che aumenta anche il rischio di mortalità.

Quanto tempo deve passare quindi, per essere certi che sia andato tutto bene e che non vi siano più pericoli per la salute?

Di seguito approfondiamo l’argomento, per capire le cause e le conseguenze di eventuali complicazioni post-intervento chirurgico.

Complicanze post chirurgiche: quali sono le cause dei decessi

In base a un’indagine pubblicata nel 2019 sulla rivista The Lancet e condotta dall’Università di Birmingham, ogni anno sono 4,2 milioni le persone che muoiono dopo aver subito un intervento chirurgico, a circa un mese dalla sua esecuzione.

Dei 4,2 milioni di vittime della chirurgia, la metà si registra in paesi di basso o medio reddito, cioè in quelle nazioni dove spesso si è costretti a sopravvivere senza un intervento chirurgico necessario.

Anche nei paesi più avanzati, come il nostro, si registrano casi di interventi chirurgici andati male che portano talvolta al decesso dei pazienti.

Le principali cause di morte sono imputabili a complicanze postoperatorie come sanguinamento e infezioni.

Nella maggior parte dei casi si tratta di infezioni del sito chirurgico che vengono acquisite in sala operatoria a causa della mancata sterilizzazione degli strumenti, per la presenza di agenti patogeni nella zona sottoposta ad intervento chirurgico o a causa di un’errata profilassi antibiotica.

Le infezioni ospedaliere sono insomma la diretta conseguenza di pratiche sanitarie non eseguite in maniera corretta, quindi di mancata prevenzione.

In base agli ultimi dati diffusi sulle infezioni ospedaliere che portano ai decessi nell’Unione Europea, su 24,1 milioni di pazienti che contraggono infezioni, circa 37.000 arrivano al decesso per le conseguenze correlate.

Sempre dallo studio di Birmingham, un altro dato su cui riflettere è che almeno la metà dei batteri che provocano infezioni dopo un intervento chirurgico sono resistenti agli antibiotici.

La resistenza agli antibiotici è da tempo motivo d’allarme, come messo nero su bianco dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, perché mette a serio rischio la sicurezza e la buona riuscita di molte procedure chirurgiche. I batteri antibiotico-resistenti circolano molto di più nelle strutture ospedaliere e complicano in modo notevole il decorso post operatorio, allungando il periodo di degenza o creando situazioni di ingovernabilità delle infezioni che possono anche rivelarsi letali.

Quando possono essere pericolose le complicazioni post operatorie

Uno studio pubblicato sul British Journal of Anhestesia, evidenzia che la sopravvivenza dei pazienti che hanno subito complicazioni post-operatorie è notevolmente più bassa rispetto a quella dei pazienti che non hanno subito complicanze.

Lo studio condotto dalla Queen Mary University di Londra, ha preso come campione 9.733 pazienti sottoposti a chirurgia in cinque Paesi ad alto reddito nel periodo 2012-2014, per verificare quanti di loro avevano riportato complicanze nei 30 giorni successivi all’intervento operatorio e quanti di loro erano deceduti ad un anno di distanza.

Il 18,9% dei pazienti del campione ha riportato almeno una complicanza post-chirurgica nel primo mese dall’operazione, mentre il 3,3% è deceduto entro l’anno. Analizzando nel dettaglio il dato sui decessi è stato evidenziato che il 7,5% del campione aveva riportato complicanze post operatorie, il 2,3% invece nessuna.

Le complicanze più comuni erano proprio le infezioni ospedaliere, mentre tra le complicanze rare ma con il più alto rischio di morte, c’era invece l’insufficienza respiratoria. Da notare poi che un quarto dei decessi sono avvenuti entro 38 giorni dall’operazione nei pazienti che hanno subito complicanze, ed entro 145 giorni tra coloro che non hanno avuto complicanze.

Mentre a livello internazionale sono disponibili diversi studi sulle complicanze post operatorie, analizzando come queste rappresentino la causa di problematiche gravi e decessi dei pazienti, non disponiamo attualmente di dati recenti che ci permettono di fotografare la situazione in Italia.

Bisogna poi notare che esistono delle difficoltà oggettive nella raccolta e nella classificazione dei dati visto che, passando diverso tempo tra intervento e decesso del paziente, può risultare difficile stabilire una correlazione tra i due eventi. 

Decesso in ospedale: cosa fare per avere giustizia?

Alcuni interventi più di altri rappresentano un rischio maggiore per il paziente, proprio per via della complessità delle procedure. Un esempio sono gli interventi a cuore aperto, quelli di rimozione di un tumore o la chirurgia cerebrale.

Per ridurre il rischio di decesso, oltre a garantire la sicurezza delle procedure, il personale medico e la struttura sanitaria devono assicurare il rispetto delle condizioni igienico-sanitarie e un monitoraggio attento e costante del paziente durante la degenza e nel decorso post-operatorio.

Se durante il ricovero insorge una complicanza evitabile o il paziente contrae un’infezione ospedaliera che lo porta al decesso, ci possono essere gli estremi per denunciare il caso di malasanità e richiedere un risarcimento danni. Per avere giustizia è però necessario dimostrare il nesso causale tra danno riportato e decesso del paziente, d’altra parte il medico e la struttura sanitaria dovranno invece dimostrare il rispetto e l’esecuzione corretta dei protocolli medico-assistenziali.

Se un tuo familiare è deceduto a causa di complicanze insorte dopo un intervento chirurgico e vuoi avere giustizia, noi di Periplo Familiare possiamo aiutarti a far luce sull’accaduto, per verificare eventuali responsabilità e accertare se vi sono i presupposti per chiedere un risarcimento danni.

Siamo la prima associazione per vittime di malasanità in Italia, da oltre 25 anni assistiamo le vittime della malasanità e siamo al loro fianco sia legalmente che moralmente.

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Categorie:News Medicina

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