Come accertare la responsabilità per le infezioni alle protesi contratte presso un centro di riabilitazione
Una delle complicanze maggiormente temute nell’ambito della chirurgia protesica è il manifestarsi di infezioni alle protesi di anca, ginocchio, caviglia o spalla.
Per “infezioni alle protesi” si intende la presenza all’interno dell’articolazione di un microrganismo patogeno la cui incidenza varia in base al tipo di intervento effettuato e alla presenza di fattori di rischio come obesità, diabete, età, dipendenza dal fumo, artrite reumatoide e altre condizioni.
Nel post-intervento, la comparsa di sintomi come dolore, arrossamento cutaneo, febbre, o fistole può avvenire a distanza di pochi giorni, settimane o addirittura mesi e, per risolvere la situazione, possono essere necessari anche più step chirurgici finalizzati ad eliminare l’infezione sostituendo la protesi vecchia con una nuova.
Quali sono le cause delle infezioni alle protesi articolari
Le infezioni periprotesiche si dividono in 3 categorie in base a quando si manifestano in seguito all’intervento:
- Precoci: quando si manifestano fra le 4 settimane e i 3 mesi dall’operazione. La causa è una contaminazione in sala operatoria spesso causata da germi come lo Staphylococcus Aureus;
- Ritardate: quando si manifestano fra i 3 e i 24 mesi dall’evento. La contaminazione avviene in sala operatoria a causa di germi variabili che formano una specie di membrana (biofilm) che rende difficile un trattamento conservativo;
- Tardive: quando si manifestano oltre 2 anni dall’intervento chirurgico. Le cause sono altri focolai infettivi, come infezioni dentarie non curate.
Infezioni alle protesi contratte nei centri riabilitativi: di chi è la responsabilità?
I pazienti che vengono ricoverati in cliniche riabilitative possono contrarre infezioni che mettono a serio rischio il processo riabilitativo portando a una riduzione del recupero funzionale.
Quelle che un tempo erano note come “infezioni ospedaliere”, interessano oggi anche i luoghi di cura extra-ospedalieri. I pazienti che al momento del ricovero non presentano manifestazioni cliniche o di incubazione di un’infezione possono contrarla entrando a contatto con agenti patogeni presenti nella struttura a causa della frequentazione di aree comuni, scarsa pulizia degli ambienti e dei dispositivi medici, non rispetto dei protocolli di cura da parte del personale sanitario.
Le infezioni correlate all’assistenza (ICA) sono causate da funghi, virus, batteri o altri agenti patogeni che attaccano gli ospiti più suscettibili, come ad esempio i pazienti che hanno subito da poco un intervento chirurgico.
I pazienti che contraggono infezioni alle protesi nel migliore dei casi devono prolungare la loro degenza, ma possono anche essere costretti ad affrontare successivi interventi chirurgici per rimuovere e reinstallare la protesi, riportare una disabilità a lungo termine e, nei casi peggiori, essere esposti al rischio di mortalità.
Come chiedere un risarcimento per infezioni contratte durante la riabilitazione
Oltre la metà delle ICA possono essere prevenute mettendo in atto protocolli di prevenzione e controllo della trasmissione delle infezioni. Adottare buone pratiche assistenziali, infatti, riduce il rischio di complicanze infettive per i pazienti.
Chiedere un risarcimento per un’infezione alla protesi contratta durante la degenza è possibile, ma è necessario dimostrare che il contatto con l’agente patogeno è avvenuto durante il periodo di permanenza presso il centro riabilitativo. La struttura, per evitare di essere dichiarata responsabile, deve dimostrare di aver applicato correttamente i protocolli di prevenzione e che l’infezione non poteva essere evitata.
Se quindi tu o un tuo familiare avete contratto un’infezione durante un periodo di riabilitazione a seguito di un intervento di chirurgia protesica, potreste avere diritto a richiedere un risarcimento. Noi di Periplo Familiare possiamo aiutarvi.
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