A differenza dei dispositivi elettronici, si tratta di un mercato sempre verde, nel quale la Apple è in una posizione di vantaggio rispetto alla concorrenza. Vediamo quale rivoluzione ha in mente.
Indubbiamente la Apple ha cambiato le nostre vite e in futuro, aspettiamoci nuove grandi sorprese, ma non nella tecnologia, bensì nella sanità.
Lo afferma Tim Cook, Ceo di Apple: “Il più grande contributo che la mia azienda darà all’umanità sarà nel settore sanitario”. La tentazione di intercettare nuovi mercati ancora poco invasi dalla tecnologia, come appunto l’healthcare (assistenza sanitaria), fa gola da tempo all’azienda.
Il mercato della salute
L’assistenza sanitaria ha un mercato potenziale tre volte più grande rispetto a quello globale degli smartphone. Un mercato che, in più, ha una serie di vantaggi. Primo: non teme saturazione e, anzi, in una popolazione sempre più anziana, tenderà a crescere. Secondo: come altri servizi, non ha forti oscillazioni stagionali (si pensa alla salute tutto l’anno). Terzo: Apple è in una posizione di vantaggio rispetto ad altre società tecnologiche, soprattutto grazie ai suoi dispositivi indossabili.
L’Apple Watch
Gli Apple Watch venduti dal loro esordio, nel 2015, sarebbero circa 67 milioni. Probabilmente l’orologio non arriverà mai alla diffusione dell’iPhone (900 milioni di unità attualmente attive), ma basterebbe un progresso più contenuto per avere un impatto davvero notevole.
Oggi l’Apple Watch ha già un elettrocardiografo integrato ma in futuro, è in progetto lo sviluppo di sistemi in grado di rilevare pressione sanguigna, livello di glucosio, monitoraggio del sonno, ecc.
La domanda, a questo punto, è: come trasformare le potenzialità in fatturato?
Una parte arriverà dalle vendite dei dispositivi. Il resto da una gamma di servizi, tra i quali un abbonamento pagato dagli utenti o, più probabilmente, da medici e cliniche.
Con i nuovi servizi, infatti, i dispositivi potrebbero non solo essere venduti direttamente, ma diventare un accessorio coperto dai professionisti della salute. Già oggi, ad esempio, alcune compagnie scontano le polizze e regalano uno smartwatch se i clienti accettano di indossarlo. Il loro ragionamento è questo: conosco i tuoi dati e capisco prima i fattori di rischio. Tu vivi più a lungo, io personalizzo la tua polizza e sborso meno.
Certo, ci sarebbero non pochi problemi di privacy. Ma avere un dispositivo che monitori lo stato di salute degli utenti, consenta di dialogare a distanza con i medici e favorisca interventi tempestivi, potrebbe ridurre le spese sanitarie.
Conclusioni
Qualunque sarà l’esito degli sviluppi previsti, resta un dato di fatto: la società non smetterà di investire nella miniera d’oro dell’healthcare. E lo stesso vale per gli altri giganti tech, da Amazon ad Alphabet, che stanno scommettendo miliardi per entrare nel ricco business sanitario puntando su prescrizioni di farmaci, telemedicina e utilizzo di banche dati. Il tempo dirà chi vincerà la sfida.