Un’ulteriore misura di sicurezza contro le aggressioni al personale sanitario: sarà protetto anche al di fuori delle strutture sanitarie.
Ebbene sì, potrebbe scattare un’ulteriore misura di sicurezza per il personale sanitario: i professionisti sanitari, infatti, potrebbero godere di tutele contro le aggressioni anche al di fuori delle strutture sanitarie e degli ambulatori.
Ma cosa vuol dire nello specifico e fin dove si estende questa protezione?
La garanzia varrà nel tragitto casa-lavoro e in quello necessario allo svolgimento di una visita privata. Della protezione godranno anche gli operatori sociali delle amministrazioni locali con mansioni socio-sanitarie: medici, veterinari, sanitari e tecnici che operano al di fuori delle strutture sanitarie e socio-sanitarie pubbliche o private.
Queste sono solo alcune delle novità contenute negli emendamenti al ddl «Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni», approvati in commissione affari sociali e giustizia della Camera.
Il testo dei disegni di legge ha terminato il suo iter in commissione ed è atteso in aula nei prossimi giorni. La norma che era stata approvata in prima lettura, prevedeva un aumento delle tutele per gli operatori del Servizio sanitario nazionale. Durante il passaggio in commissione, è stato deciso di prevedere l’estensione delle tutele anche al personale di pubblico servizio con mansioni socio-sanitarie.
Una protezione “più grande”
L’altra vera novità del ddl è stata quella però di non delimitare la tutela esclusivamente all’interno delle strutture pubbliche o private nelle quali il personale sanitario svolge le proprie mansioni.
Si è stabilito, infatti, che dovesse valere in tutte le fasi in cui il professionista esercita la sua funzione, quindi anche nel tragitto per una visita privata o per tornare a casa dal luogo di lavoro.
Questa estensione si è ritenuta necessaria alla luce di gravi episodi occorsi al personale sanitario proprio presso le stesse abitazioni private.
L’obiettivo è quindi sanzionare le lesioni subite a causa dell’adempimento delle funzioni in qualsiasi luogo vengano esercitate.
Una modifica importante
Prima l’articolo 2 del ddl inseriva l’aggressione a un operatore sanitario affermando testualmente che: «Le pene si applicano in caso di lesioni personali gravi o gravissime cagionate a personale esercente una professione sanitaria o socio-sanitaria nell’atto o a causa dell’adempimento delle loro funzioni presso strutture socio-sanitarie pubbliche o private», circoscrivendo quindi la sola “area” sanitaria. La nuova versione, invece, stabilisce che la tutela sia valida «nell’esercizio delle loro funzioni», quindi non limitata alle attività svolte all’interno delle strutture.
Un’altra importante novità riguarda l’aumento delle ore di formazione del personale sanitario per prevenire gli episodi di aggressione e una maggiore promozione del lavoro di équipe.
La condivisione delle competenze, infatti, potrà essere fondamentale per prevenire sempre di più le aggressioni. Inoltre, il ddl prevede l’istituzione di un Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie che avrà il compito di monitorare gli eventi sentinella, promuovere studi e analisi per la formulazione di proposte e misure idonee a ridurre i fattori di rischio negli ambienti più esposti, monitorare l’attuazione delle misure di prevenzione e protezione, e promuovere la diffusione delle buone prassi.
La violenza non è mai accettabile ma in particolar modo quando si rivolge a chi si prende cura ogni giorno delle persone, negli ospedali come negli ambulatori, per le strade e nelle case.
Ecco perché l’approvazione di questo ddl non potrà che far bene alla salute della sanità.