Come avviene la valutazione del paziente in pronto soccorso e chi è responsabile di eventuali errori
Carichi di lavoro eccessivi, la necessità di prendere decisioni in condizioni di urgenza e spesso la disorganizzazione del reparto, sono alcune delle principali cause che possono portare i sanitari del pronto soccorso a compiere un’errata valutazione del paziente che si presenta per ricevere delle cure.
L’accesso al pronto soccorso, chiamato triage, è un momento molto delicato che deve seguire una procedura disciplinata dal Sistema Sanitario Nazionale. Dopo aver provveduto all’identificazione del paziente, vengono valutate le sue condizioni di salute e viene quindi assegnato un codice di priorità di intervento, in modo tale che i pazienti più gravi possano ricevere cure tempestive ed evitare che la loro condizione clinica possa peggiorare.
È chiaro che un errore di valutazione del paziente in questa fase può avere conseguenze molto gravi.
Sottovalutare una condizione clinica che richiede cure immediate può aggravare lo stato di salute del paziente, determinando danni permanenti o causando persino il decesso della persona.
Come avviene la procedura di identificazione paziente
La corretta identificazione del paziente è un passaggio fondamentale del triage in pronto soccorso, serve infatti a garantire cure adeguate al caso specifico.
Come già accennato, un errore di valutazione del paziente in questa fase può portare a sottovalutare la gravità delle sue condizioni e a compiere errori nella somministrazione dei farmaci oppure nella mancata richiesta di accertamenti diagnostici.
La procedura di identificazione del paziente può variare nelle varie strutture sanitarie, ma in genere prevede:
- un accertamento verbale dove si chiede al paziente di fornire le proprie generalità, per confrontarle poi con i documenti di identità;
- il posizionamento di un braccialetto identificativo con un codice a barre che permette di risalire ai dati personali, gruppo sanguigno, eventuali allergie. Il braccialetto può variare di colore in base al codice di priorità assegnato ed accompagna il paziente in tutto il percorso diagnostico all’interno dell’ospedale.
Se l’identificazione del paziente non viene effettuata in modo corretto, possono essere omesse informazioni importanti che determinano l’assegnazione di un codice di triage non adeguato alla gravità del caso, e che possono portare anche a una diagnosi errata o ad una mancata diagnosi.
Gli errori medici in pronto soccorso possono poi essere determinati anche da altre cause come:
- mancata comunicazione tra medici del pronto soccorso e paziente, oppure con chi fornisce le prime cure, che impedisce di delineare un’anamnesi completa o corretta, rendendo impossibile analizzare alcune problematiche nel dettaglio. Può essere ad esempio il caso di esami ematici effettuati al pronto soccorso che, pur risultando anomali, non vengono considerati rilevanti al punto tale da necessitare di controlli successivi, quando invece sarebbe opportuno ripetere gli esami per monitorare alcuni valori.
- Risultati mal interpretati perché visionati troppo in fretta o da un medico con competenze non appropriate, possono determinare una diagnosi errata impedendo al paziente di ricevere cure d’urgenza. Un esempio comune è un paziente con infarto del miocardio che viene curato per disturbi gastrointestinali.
Errata valutazione del paziente in pronto soccorso: a chi fa capo la responsabilità?
La responsabilità di un errore medico al pronto soccorso deve essere identificata in base al caso specifico. L’errore potrebbe infatti essere attribuito:
- all’infermiere che ha effettuato il triage, il quale deve essere in possesso di competenze formative specifiche per eseguire la valutazione del paziente e deve lavorare almeno da 6 mesi in pronto soccorso;
- al medico che ha effettuato la prima valutazione diagnostica, analizzando i fattori che lo hanno portato a definire la diagnosi per rilevare eventuali mancanze o omissioni. Deve inoltre essere valutata la conformità delle azioni del medico alle linee guida sanitarie per il caso in questione;
- ferma restando la responsabilità della struttura sanitaria per fatto dei propri ausiliari che operano al suo interno o anche per proprie carenze organizzative, mancanza di strutture adeguate e di organico.
Come accertare la responsabilità dell’accaduto e a chi rivolgersi
Se pensi di aver subito un peggioramento delle tue condizioni di salute a causa di un errore medico al pronto soccorso, potresti aver diritto a chiedere un risarcimento danni.
Dovrai però dimostrare:
- che il peggioramento di salute è successivo alla vista al pronto soccorso;
- la sussistenza del nesso causale tra danno riportato e condotta del medico;
- il mancato rispetto delle linee guida sanitarie in relazione al tuo caso specifico.
Fondamentale a tal fine è il reperimento di tutta la documentazione relativa all’accaduto, a partire dalla cartella clinica. Dovrai poi sottoporre il tuo caso al giudizio di un medico legale e di un avvocato, per verificare gli elementi di sussistenza e avviare un tentativo di conciliazione o una causa legale.
Se non sai come fare, ma sei determinato a far valere i tuoi diritti, noi di Periplo Familiare possiamo aiutarti. Siamo la prima associazione italiana a tutela delle vittime di malasanità e ci occupiamo dei diritti dei pazienti da più di 25 anni.
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