Decessi in ospedale: si registrano meno denunce

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Nonostante gli eventi avversi del Covid-19, in Italia si registrano sempre meno denunce per decessi in Ospedale: 1.000 notifiche, di cui solo il 27% sfociate in procedimenti penali.

 

Il Covid-19 non cambia la tendenza al ribasso delle denunce per decesso in ospedale. 

Si era già registrato infatti negli ultimi anni un trend di riduzione delle denunce che il Covid-19, nonostante tutto, non è riuscito a fermare.

Questo secondo l’ultimo studio dell’Osservatorio Amtrust Assicurazioni che, nel 2021, registra 1.000 casi su tutto il territorio italiano, per una riduzione del 40% rispetto a sei anni fa. 

Ad aumentare invece di anno in anno è l’incidenza dei reclami generali: confrontando due annate, il 2011 e il 2020, entrambe con 1.000 decessi ospedalieri denunciati, nella prima questi costituivano il 13% degli eventi avversi generali, nella seconda addirittura il 25%.

L’indagine elabora i dati di AmTrust Assicurazioni, principale player in Italia nel settore della Medical Malpractice (MedMal), rendendo pubblica la ricerca che da 11 anni viene condotta sull’analisi delle richieste di risarcimento danni correlate a decesso del danneggiato. 

Tutte le evidenze emerse sono riconducibili a un campione di riferimento composto da oltre 13.031 casi di decesso accaduti e denunciati all’interno di circa 200 strutture pubbliche e private assicurate da AmTrust, per un totale di 574.300 posti letto distribuiti sul territorio nazionale.

Secondo lo studio il 27% delle denunce di decesso è caratterizzato dall’innesco successivo di un procedimento penale, anche se le cause vanno sempre più risolvendosi sul piano della responsabilità civile con procedimenti extra giudiziari e civile giudiziario.

Delle attuali denunce aperte, 270 sono relative all’ultimo anno, ma si tratta di un dato dinamico, destinato ad aumentare con il subentrare di potenziali nuove denunce nei prossimi anni.

 

Più casi nei policlinici universitari

L’analisi è stata inoltre declinata per tipologia, posizione geografica e dimensione delle strutture esaminate. I maggiori protagonisti sono i policlinici universitari, coinvolti con una media di 28 decessi denunciati all’anno per singolo ospedale, seguiti dalle strutture di primo livello con una media di 13 e dagli ospedali di secondo livello, dove se ne contano 8.

L’evidente maggior rischio presente nei policlinici, dovuto a una maggior casistica, fa sì che a questi vengano associati tassi di rischio superiori rispetto al dato medio generale.

 

E tra Nord e Sud?

Guardando alla prospettiva territoriale, il Nord Italia risulta essere il meno virtuoso, con circa 23 decessi denunciati all’anno per singolo ospedale. Tra il 2015 e il 2016, il Nord è arrivato a toccare il dato critico di 33 denunce per decessi a struttura, poi il trend di riduzione ha innescato un miglioramento diffuso, con un ultimo anno chiuso a 12 decessi medi a struttura.

Il tasso di rischio, tuttavia, essendo calcolato rapportando il numero medio annuale dei decessi al numero medio di posti letti/ricoveri ordinari, risulta il migliore su scala nazionale: 1,43 di risk rate. Alle strutture del centro Italia è invece applicato un risk rate doppio (2,86) e ancora più alto è al Sud, con un valore di 3,06.

 

Principali risultati dell’indagine 

Per avere una panoramica generale e conclusiva di quanto emerso dall’indagine sui decessi ospedalieri, riportiamo per punti i risultati più significati, che ci indicano tra l’altro, le tempistiche delle denunce e le aree sanitarie maggiormente esposte. 

  • Sugli 11 anni di indagine, il 2013 è stato l’anno più critico, con 1.617 denunce. 
  • Il 31% dei decessi sono stati denunciati entro 6 mesi mentre il 90% entro i 6 anni. Mediamente la denuncia avviene entro 2,5 anni dall’evento.
  • Oltre il 50% delle pratiche si conclude entro i 3 anni dalla data di denuncia, mentre ci vogliono 6 anni per raggiungere il 93%. Mediamente un caso viene chiuso dopo 3 anni.
  • Il 65% delle richieste totali interessano l’area chirurgica e l’area di emergenza, in linea con il maggior rischio presente in questi dipartimenti.
  • Il valore assicurativo è di 2.886 euro per posto letto e 75 euro per ricovero.
  • Nel confronto tra ospedali pubblici e privati, in alcune specialità mediche ci sono degli importanti gap in termini di liquidato medio in fase di risarcimento del danno (ad es. in gastroenterologia, il liquidato medio è di 934 mila euro nelle strutture private e di 278 mila euro nelle pubbliche. Cardiochirurgia, urologia e anestesia, al contrario, registrano valori superiori nel pubblico).
Categorie:Responsabilità Medici
Tags:Covid-19decessi in ospedale

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