Vittima di errore medico? Ecco chi paga il risarcimento dei danni e come ottenerlo
Un danno permanente in seguito a una diagnosi errata o un intervento mal riuscito: i casi di malasanità sono purtroppo all’ordine del giorno. Accertato l’accaduto, le vittime o i loro familiari possono chiedere e ottenere giustizia per il danno causato dall’errore medico, ma chi paga e come muoversi per richiedere un risarcimento?
Dal punto di vista giuridico è necessario individuare i soggetti responsabili della condotta illecita ed è bene sapere che, in caso di errore medico, chi paga non è soltanto il sanitario. Facciamo quindi un po’ di chiarezza.
Responsabilità medica e obbligo di assicurazione
La riforma legislativa operata dalla legge 24 del 2017, nota come legge Gelli-Bianco, ha riscritto le regole sulla responsabilità medica stabilendo una nuova disciplina in merito al risarcimento danni per casi di malasanità.
Per le strutture sanitarie pubbliche e private viene sancito l’obbligo di stipulare polizze assicurative per tutelare i pazienti in caso di errore medico. Chi paga ed elargisce il risarcimento può quindi essere:
- l’assicurazione;
- la struttura sanitaria;
- il medico.
Risarcimento per errore medico: chi paga tra struttura sanitaria e medico?
La richiesta di risarcimento danni può essere indirizzata alla struttura che fornisce le prestazioni, la quale, quindi, risponde della condotta dei medici, anche se le prestazioni sono effettuate in intramoenia.
Tra paziente e struttura sanitaria si instaura un cosiddetto rapporto di natura contrattuale, mentre tra paziente e medico il rapporto è extracontrattuale. Tale differenza comporta che il paziente può chiedere il risarcimento:
- entro 10 anni alla struttura sanitaria;
- entro 5 anni al medico.
Se il risarcimento è chiesto alla struttura, si deve provare il pregiudizio subito producendo le certificazioni da cui è possibile evincere il danno causato a seguito di un ricovero o di una prestazione. Spetterà poi alla struttura dimostrare che la prestazione è stata eseguita in modo diligente o se è insorto un evento imprevedibile che ha causato il danno.
In seconda battuta, è possibile invocare la responsabilità del sanitario che ha commesso l’errore. Se l’azione di risarcimento è rivolta al medico è però necessario fornire prova che il danno sia stato causato dalla sua negligenza o dal suo comportamento.
Diverso è quando il medico è un libero professionista. In questi casi si instaura con il paziente un rapporto contrattuale. Ciò significa che, in caso di richiesta risarcimento, si applica la stessa disciplina prevista per le strutture sanitarie, quindi:
- il medico ha l’obbligo di stipulare un’assicurazione;
- la prescrizione è decennale;
- il paziente non è tenuto a dimostrare le cause danno subito.
A chi rivolgersi per richiedere un risarcimento dei danni causati da errore medico
Adesso che sai di più sulla responsabilità di un errore medico e su chi paga in caso di danni, è arrivato il momento di sapere come avviare l’iter di risarcimento.
Rivolgentoti a Periplo Familiare, la più grande associazione italiana per le vittime di malasanità, troverai uno staff di medici legali e avvocati, pronto ad analizzare il tuo caso e a fornirti tutto l’aiuto e il sostegno morale di cui hai bisogno per far valere i tuoi diritti.
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