In quali casi si esegue il parto indotto e quali sono i rischi per la mamma e per il bambino
Il parto indotto è una pratica medica che prevede l’induzione del travaglio per mezzo di metodi artificiali. La decisione viene presa dal medico per far fronte a situazioni come gravidanze oltre il limite, patologie materne o fetali, rottura anticipata delle membrane.
Il parto indotto ha dei rischi sia per la madre che per il bambino, proprio per questo la scelta di ricorrere a questa tecnica deve essere ben ponderata.
Le tecniche a cui è possibile ricorrere sono diverse e quella più adatta va individuata in base al caso specifico. In genere l’induzione si conclude con un parto vaginale, ma può anche essere necessario ricorrere all’uso del forcipe o al taglio cesareo.
Scopriamo di più.
Come funziona il parto indotto e perché si esegue
Nonostante il fatto che il parto indotto abbia dei rischi, si ritiene sia necessario per far fronte e una serie di situazioni che potrebbero causare danni alla madre e al bambino, tra cui:
- gravidanza oltre il limite delle 40 settimane, per evitare che la placenta invecchiando non riesca a nutrire in modo adeguato il feto;
- rottura delle membrane, quando il sacco contenente il liquido amniotico si rompe, ma non vi sono contrazioni che stimolano il travaglio;
- riduzione del liquido amniotico che può causare problemi al feto;
- iposviluppo del feto a causa della presenza di alcune patologie o per un malfunzionamento della placenta;
- gestosi, una patologia associata a ipertensione;
- patologie materne quali diabete, ipertensione, colestasi gravidica;
- morte fetale, quando questa si verifica in stato avanzato della gravidanza.
Come anticipato, il parto può essere indotto in diversi modi, ad esempio con lo scollamento delle membrane separando il sacco del liquido amniotico dalle pareti uterine, favorendo la dilatazione con un dilatatore meccanico o somministrando alla partoriente prostaglandine sintetiche per favorire la maturazione cervicale. Altre opzioni sono la rottura del sacco amniotico o la somministrazione di ossitocina per via endovenosa allo scopo di favorire le contrazioni in modo artificiale.
Parto indotto: i rischi possibili
Nel parto indotto i rischi principali sono:
- il fallimento della tecnica che porta quindi a dover intervenire con un taglio cesareo d’urgenza per far nascere il bambino con tutti i rischi connessi all’intervento;
- l’insorgenza di contrazioni prolungate e dolorose con brevi pause che possono comportare sofferenza fetale o addirittura la rottura dell’utero;
- nascita prematura che può causare al bambino disturbi alle vie aeree;
- infezioni che possono interessare il bambino;
- emorragia post-partum della mamma.
Gli errori medici più frequenti quando si procede con l’induzione del parto possono essere:
- errata scelta e dosaggio dei farmaci;
- mancato monitoraggio del benessere del feto;
- induzione del parto nei casi in cui è controindicata la procedura, ad esempio in caso di placenta previa o la presenza di Herpes genitale;
- mancata induzione del parto quando è necessaria;
- mancato consenso informato alla partoriente.
Nel parto indotto, tra i rischi legati agli errori medici vi è poi il sovraddosaggio di ossitocina che può causare lesioni gravi al feto come paresi cerebrale o danni al cervello e anche alla mamma che rischia, tra e altre cose, la lacerazione dell’utero.
Danni da parto indotto: a chi rivolgerti per far valere i tuoi diritti
Se tu o tuo figlio avete riportato delle conseguenze gravi in seguito all’induzione del parto, potrebbe essere possibile chiedere un risarcimento danni.
È necessario dimostrare che vi è stato un errore medico che ha determinato in negativo il successo della procedura, oppure che l’induzione era non necessaria o impraticabile per via delle condizioni di salute della mamma o del bambino.
Sarà quindi necessario recuperare tutta la documentazione clinica e accertare se sono stati rispettati i protocolli e se è stata prestata la giusta assistenza medica.
Se non sai come fare, noi di Periplo Familiare possiamo aiutarti: siamo la prima associazione in Italia per vittime di malasanità, da oltre 25 anni siamo al fianco dei pazienti che sono stati vittime di errori medici e ci battiamo per far valere i loro diritti.
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