Lo Psicologo di Famiglia, parlare fa bene alla salute

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Dottori sommersi da casi spesso di natura psicosomatica, come gastriti o dermatiti. Parlarne aiuta molto.

Fuori dalla porta del Medico di Famiglia c’è un cartello “Servizio di assistenza psicologica attivo”, ad attendere siedono famiglie, coppie, professionisti, anziani. Scene da ordinario ambulatorio medico, tranne che qui c’è pure lo psicologo. «C’è andato un mio amico, si è trovato molto bene», conferma una ragazza in fila. «Psicologo? Non saprei, qui c’è il dottore…», alza la testa un anziano, perplesso. 

Ma chi è lo psicologo di famiglia?

Si tratta di uno Psicologo con competenze specifiche operante nell’ambito delle “cure primarie”, contesto che, in Italia, corrisponde in larga parte allo studio del Medico di Medicina Generale, figura professionale che rappresenta l’accesso principale (gratuito) alle “prime cure” in caso di problemi di salute.

Lo Psicologo di Famiglia svolge una funzione analoga a quella del Medico di Famiglia, ma nel campo specifico di tutte le forme di disagio psicologico, sia patologiche che non patologiche, svolgendo anche le primarie funzioni di prevenzione ed educazione finalizzate a scoraggiare i comportamenti e gli atteggiamenti negativi per la salute e a promuovere quelli positivi.

Lo Psicologo di Famiglia affiancherebbe il Medico di Famiglia, ma è contemplata anche l’assistenza al Pediatra di Famiglia, intervenendo ad esempio sull’assistenza psicologica a casi cronici, come pazienti affetti dal morbo di Alzheimer, oppure nell’assistenza ai minori problematici nel caso degli studi pediatrici.

Il Sistema Sanitario ha da sempre determinato la necessità di un’attenzione costante anche alle componenti di ordine psicologico, sociali, relazionali e comportamentali, che influenzano lo stato di salute, così come la malattia e le dimensioni emotive correlate ai percorsi di cura.

Cosa può fare?

Andare dal medico per quella che si ritiene una malattia e scoprire, parlando con lo psicologo, che questa è strettamente legata alla particolare situazione che si sta vivendo, può avere un effetto equiparabile o superiore a quello farmacologico. È stimato che il 50% del disagio somatico presentato dai pazienti al medico di base nasconda origini di natura psicosociale.

L’introduzione della figura dello Psicologo di Famiglia accanto al Medico di Famiglia a spese dello stesso SSN, consentirebbe una significativa riduzione della spesa sanitaria. Questo è stato ampiamente dimostrato sia all’estero sia in Italia nelle Regioni dove il servizio è attivo.

Le ricerche hanno inoltre evidenziato che molti dei pazienti che richiedono un appuntamento dal medico presentano problemi psicosociali legati a tale richiesta, difficoltà sulle quali lo psicologo può intervenire tempestivamente in una logica di prevenzione, oltre che di sostegno, contenimento e intervento sulle persone che presentano stati di disagio psicologico e sintomatologie fisiche associate, con conseguenti ripercussioni sulla salute fisica e sullo stile di vita.

Spesso infatti il disagio psicosociale (non solo dunque la psicopatologia), è sottovalutato o non considerato come fattore determinante sulla salute, ciò che spesso si traduce in un ricorso massiccio a farmaci, visite specialistiche, esami oggettivi (tac, radiografie, ecc.) e analisi di vario genere, tutte a carico del SSN o del paziente stesso e tutte inefficaci a risolvere quello che è un problema di natura psicologica o sociale che va affrontato con gli strumenti moderni della psicologia.

Senza contare che la presenza dello Psicologo di Famiglia “libererebbe” il paziente dall’imbarazzo di passare in maniera obbligatoria per i Centri di igiene mentale nel caso in cui richieda questo tipo di servizio.

Ma dove possiamo trovarli?

Tre sono le Regioni in cui le sperimentazioni sono attive al momento: l’Umbria, in primis; la Regione Veneto e infine la Puglia, dove la sperimentazione non si è fermata solo grazie all’impegno personale di un Medico di Medicina Generale. 

Ma da questo breve viaggio alla scoperta dello Psicologi di Famiglia è chiaro che il Medico di Base non può vedere negativamente la presenza dello Psicologo al suo fianco, né tantomeno i pazienti che ricorrono al medico per scoprire d’aver bisogno dello psicologo. 

Il punto è che questa figura, all’interno degli ambulatori, ha bisogno di determinati interventi, ha bisogno cioè di essere sostenuta economicamente per non rimanere soltanto una sperimentazione locale ma estendersi al livello nazionale. 

È importante quindi investire in questa direzione per non vanificare l’impegno del Servizio sanitario nazionale nella tutela globale della salute. Per concludere: occorre trovare fondi.

Categorie:Cure Mediche

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