Quando c’è correlazione tra asportazione della milza e danno biologico e come dimostrarlo
L’intervento chirurgico di asportazione della milza si chiama splenectomia e viene preso in considerazione se l’organo ha subito gravi traumi, oppure in caso di compromessa funzionalità.
L’intervento si rende necessario in condizioni di urgenza in caso di rottura della milza, al fine di scongiurare emorragie potenzialmente fatali. In altri casi viene invece consigliato dal medico, per evitare danni gravi all’organo che possono mettere in serio pericolo la salute e talvolta la vita del paziente.
Ma cosa succede se l’asportazione della milza provoca un danno biologico? Ovviamente la risposta varia da caso in caso ed è sempre necessario valutare la responsabilità del medico o della struttura per poter avanzare una richiesta di risarcimento.
In quali casi è necessaria la rimozione della milza e come si esegue l’intervento
La milza è un organo preposto a contrastare le infezioni e a favorire la maturazione dei globuli rossi. Non è un organo fondamentale in quanto le sue funzioni sono svolte in parte dal midollo osseo e dalle cellule reticolo endoteliali.
Il medico può quindi consigliare l’asportazione della milza in caso di splenomegalia, ossia l’ingrossamento dell’organo, in quanto si tratta di una condizione che ne favorisce la rottura. La milza ingrossata può essere inoltre la conseguenza di alcune patologie come tumori benigni, linfoma di Hodgkin e non-Hodgkin, anemia falciforme, talassemia o presenza di cisti.
L’intervento può essere eseguito ricorrendo alla chirurgia a cielo aperto o con accesso laparotomico. Il primo caso è tipico degli interventi d’urgenza, mentre il secondo è più comune quando l’operazione viene programmata.
I pazienti a cui è stata rimossa la milza hanno maggiore probabilità di contrarre virus, ma possono vivere tranquillamente effettuando esami del sangue periodici e vaccinandosi per lo pneumococco e per l’influenza.
Errore asportazione della milza e danno biologico
Il danno biologico si configura quando viene lesa l’integrità fisica e psichica della persona e rientra nella più ampia categoria del danno non patrimoniale che comprende anche il danno morale e il danno esistenziale.
In caso di asportazione della milza, il danno biologico può configurarsi se vi è stata negligenza da parte del medico e può avvenire anche prima dell’intervento, ad esempio in caso di errore diagnostico.
Infatti sia l’esame fisico che le analisi del sangue sono controlli di primo livello che vanno eseguiti per capire se vi è una rottura della milza; la diagnosi deve poi essere confermata da un’ecografia per verificare la presenza di sangue nell’addome e bisogna determinare la gravità eseguendo una TAC.
Se vi è una rottura di lieve entità, non è detto che la milza debba essere asportata poiché l’organo è in grado di rigenerarsi da solo con le dovute cure e con un ricovero ospedaliero per monitorare l’andamento della situazione con una serie esami diagnostici. Ma può anche capitare che il medico sbagli la diagnosi e proceda con un intervento non necessario. Cosa fare in questi casi?
Danni per asportazione della milza: richiesta di risarcimento
Nei pazienti che hanno subito l’asportazione della milza, il danno biologico può essere dimostrato se viene accertata negligenza da parte del medico, ad esempio se, a causa di una valutazione non corretta degli esami diagnostici, ha portato il paziente a sottoporsi ad un intervento che invece poteva essere evitato.
A sostegno delle tesi va prodotta tutta la documentazione clinica del caso ed è necessario rivolgersi ad un medico legale e ad un avvocato.
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