Quali diritti ha il paziente in caso di perforazione intestinale durante un intervento?
Con il termine perforazione gastrointestinale si intende la formazione di un foro in qualsiasi parte del tratto della parete intestinale.
Si tratta di una condizione abbastanza grave, in quanto possono fuoriuscire cibi, succhi gastrici e altri contenuti intestinali, riversandosi nell’addome o, se il foro si trova nell’esofago, anche nel torace. La conseguenza principale di tale condizione, è l’insorgere di pericolose infezioni causate dalla carica batterica dei materiali fuoriusciti.
In molti casi la formazione di un foro nella parete intestinale avviene a causa di una patologia di natura acuta o cronica, ma in altri la perforazione intestinale avviene durante un intervento chirurgico.
Qualora ci si trovi di fronte a questa seconda possibilità e venga accertata la responsabilità medica dell’accaduto, il paziente che ha subito il danno può avere diritto ad ottenere un risarcimento.
Cause e conseguenze di una perforazione intestinale durante un intervento
La perforazione dell’intestino durante un intervento può essere causata da:
- procedure mediche come l’uso dell’esofagoscopio o di un dilatatore con palloncino a sonda;
- lesioni durante procedure endoscopiche come la gastroscopia o la colonscopia.
I pazienti che hanno subito una perforazione intestinale durante un intervento possono andare incontro a ipovolemia (riduzione dei liquidi in circolo) che può portare a una condizione di shock con abbassamento della pressione, disidratazione, perdita di sostanze vitali importanti, correndo anche il rischio di alterazioni renali e cerebrali o di aritmie cardiache fatali.
Se la perforazione intestinale viene confermata, l’unico trattamento possibile è la via chirurgica: il paziente deve quindi essere sottoposto a un nuovo intervento che può variare dalla semplice chiusura all’asportazione di un tratto di intestino a seconda di dove si trovi la perforazione e quale sia la sua entità.
In alcuni casi, ad esempio, potrebbe essere necessario eseguire una stomia intestinale creando chirurgicamente un’apertura nella parete addominale che mette in comunicazione l’apparato intestinale con l’esterno per consentire la fuoriuscita del materiale organico. A volte si procede anche alla ricanalizzazione, chiudendo la stomia e ripristinando l’intestino, ma non sempre questo è possibile.
Il paziente che ha subito la perforazione intestinale viene quindi costretto ad affrontare un iter che può durare anche molti mesi con conseguenze non solo a livello fisico, ma anche sociale e psicologico.
Come ottenere un risarcimento danni per perforazione intestinale
La richiesta di risarcimento danni per una perforazione intestinale può essere avanzata dimostrando il nesso causale tra l’operato del medico e il danno subito dal paziente.
L’errore medico può avvenire durante l’intervento chirurgico, ma anche in fase diagnostica. Il medico potrebbe infatti interpretare male i sintomi del paziente o il referto di un esame specialistico, aggravando la situazione. Una perizia medico-legale è utile proprio a ricostruire il caso e ad evidenziare eventuali elementi di sussistenza della responsabilità medica.
Ad essere risarcibili in caso di perforazione intestinale sono il danno biologico, morale e patrimoniale. I calcolo del danno avviene in base a specifiche tabelle di riferimento.
Se anche tu hai subito importanti conseguenze per via di una perforazione intestinale insorta a seguito di un intervento chirurgico, potresti avere diritto ad avanzare una richiesta di risarcimento del danno. Noi di Periplo Familiare possiamo aiutarti: siamo la prima associazione a tutela delle vittime di malasanità in Italia e da oltre 25 anni siamo a fianco delle vittime di errori medici.
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