Cosa fare in caso di danni da ablazione della fibrillazione atriale
L’ablazione della fibrillazione atriale è una procedura endoscopica che consiste nell’eseguire delle lesioni controllate sul tessuto del miocardio per isolare alcune aree da cui hanno origine delle aritmie cardiache, ovvero delle alterazioni del battito del cuore.
Si ricorre a tale procedura per il trattamento delle tachiaritmie atriali e ventricolari. Nella maggior parte dei casi i risultati sono soddisfacenti, tuttavia in una piccola percentuale di pazienti l’ablazione della fibrillazione atriale può avere complicanze anche gravi.
Rischi e complicanze dell’ablazione della fibrillazione atriale
La procedura di ablazione è molto delicata e, anche se raramente, possono insorgere rischi e complicanze indesiderate.
Le statistiche riferiscono di 1 caso su 2000 per le procedure di ablazione non complessa e di 1 caso su 500 se l’ablazione interessa la tachicardia ventricolare.
In particolare, l’ablazione della fibrillazione atriale può avere le complicanze seguenti:
- emorragia
- ictus
- ematoma
- dissezione
- lesione del plesso nervoso
- fistole arterovenose
- pneumotorace
- formazione di cicatrici che causano nuove aritmie
- fibrillazione ventricolare
- lesione del nervo frenico
- fistola atrio esofagea
- perforazione della parte del miocardio
- tamponamento cardiaco
- versamento pericardico
- lesione coronarica
- morte
A queste si aggiungono poi i rischi che possono derivare dalla condizione di salute pregressa del paziente, ad esempio se soffre di diabete, se ha patologie renali o se ha avuto ictus in precedenza.
Il chirurgo deve quindi tenere conto dello stato di salute generale del paziente prima di eseguire l’intervento, per ridurre le conseguenze legate allo stesso e l’insorgere di eventuali peggioramenti.
Poiché l’ablazione della fibrillazione atriale può portare a complicanze anche gravi, il paziente al termine dell’intervento deve restare in osservazione in terapia intensiva per almeno 12-24 ore prima di essere trasferito in un reparto di degenza. Le dimissioni dalla struttura sanitaria non possono avvenire prima di 4 o 5 giorni, momento in cui il paziente viene trasferito presso un centro di riabilitazione cardiologica dove dovrà restare per un paio di settimane.
Ablazione della fibrillazione atriale: quali complicanze portano al risarcimento
I casi più frequenti di errori medici in cardiochirurgia portano al verificarsi di emorragie, scompensi cardiaci e aritmie durante l’intervento.
Possibili complicanze acute delle procedura ablativa possono essere causate dall’introduzione nei vasi e nelle camere cardiache degli elettrocateteri, evento che può portare alla formazione di ematomi, emboli o rottura di vasi sanguigni e del cuore.
Ci sono poi da considerare i rischi dell’anestesia e gli errori medici che interessano il post operatorio come l’omessa o la mancata somministrazione di farmaci, l’omessa o la mancata terapia riabilitativa, oppure l’inadeguatezza del protocollo o i controlli periodici non effettuati.
Se viene dimostrato l’errore medico e viene accertata la correlazione tra questo e il danno subito dal paziente, è possibile avanzare una domanda di risarcimento del danno. Il caso in questione deve essere analizzato da un medico legale e da un avvocato per poter dimostrare la responsabilità medica dell’accaduto.
Se quindi pensi di aver subito un danno in seguito all’ablazione e vuoi far valere i tuoi diritti, puoi rivolgerti a noi di Periplo Familiare: siamo la prima associazione a tutela delle vittime di malasanità in Italia e vantiamo un team medico-legale pronto ad analizzare il tuo caso.
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