La rottura uterina è una complicazione medica grave che può verificarsi durante il parto. Sebbene sia un evento raro, può avere conseguenze significative per la paziente. In particolari circostanze, se si possono dimostrare errori o negligenze mediche che hanno portato a tale condizione, la paziente potrebbe avere l’opportunità di richiedere un risarcimento per i danni subiti.
Prima di gestire un parto, il medico deve valutare attentamente la paziente per identificare eventuali fattori di rischio per la rottura uterina. Il medico deve considerare aspetti come l’età, la salute generale, le aspettative della paziente e la presenza di eventuali fattori di rischio. Ad esempio, un parto indotto o stimolato, un parto vaginale dopo un cesareo, o la presenza di cicatrici uterine da interventi chirurgici precedenti possono aumentare il rischio di rottura uterina.
Nonostante la rottura uterina sia un evento raro, possono insorgere gravi complicazioni. Queste includono emorragia, infezione, necessità di isterectomia d’emergenza, lesioni a organi vicini e possibili complicanze per il neonato. Tali complicazioni possono causare malessere, necessitare di interventi terapeutici aggiuntivi e avere un impatto negativo sulla qualità di vita della paziente.
Il medico che gestisce il parto ha il dovere di fornire alla paziente informazioni dettagliate sui rischi associati al parto e alle possibili complicazioni che potrebbero insorgere, tra cui la rottura uterina. Se la paziente subisce danni a causa di una rottura uterina e si può dimostrare che ci sono stati errori o negligenze da parte del medico, quest’ultimo potrebbe essere ritenuto responsabile per i danni causati.
Se hai subito danni a seguito di una rottura uterina causata da negligenze mediche, potresti avere la possibilità di richiedere un risarcimento. Per farlo, puoi contattare Periplo Familiare, uno studio legale specializzato in responsabilità medica. I nostri avvocati esperti ti assisteranno nel processo di richiesta di risarcimento, aiutandoti a ottenere il giusto riconoscimento possibile.
Emorragia post parto per sovradosaggio di ossitocina
La signora Laura ha 38 anni, è alla quarantunesima settimana e 2 giorni di gravidanza, e si reca al pronto soccorso per rottura delle membrane. La signora, così come consigliatole dalla sua ginecologa, fa richiesta sin da subito di parto cesareo per via di un utero fibromatoso e una macrosomia fetale (gr. 4220). Malgrado ciò, i medici decidono di procedere con un parto naturale somministrando dosi via via crescenti di ossitocina e procedendo ad una dilatazione manuale.
Dopo ore estenuanti di travaglio e richieste imploranti per l’esecuzione del taglio cesareo, i medici la sottopongono a un’anestesia epidurale e, dopo 16 ore dal ricovero, Laura dà alla luce la sua bambina del peso di gr. 4330. Nel post parto, poiché l’utero non si contraeva, decidono di somministrare altra ossitocina, ma questo genera una grave emorragia per la quale la signora ha dovuto subire un intervento di isterectomia totale urgente.
IL DANNO SUBITO
La grave emorragia per rottura uterina, ha arrecato alla signora Laura danni sia sotto il profilo fisico, sia dal punto di vista psicologico, con gravi e importanti ripercussioni sulla vita di relazione e numerose difficoltà nei rapporti familiari.
IL RISARCIMENTO
Presi contatti con la struttura ospedaliera e successivamente con la compagnia assicuratrice della stessa, la vertenza si è definita con la liquidazione alla signora Laura della somma di € 84.000,00.