La diagnosi prenatale è un insieme di tecniche mediche utilizzate per identificare anomalie e malattie nel feto durante la gravidanza. Nonostante queste ultime siano generalmente considerate sicure e in grado di fornire informazioni preziose, possono verificarsi complicazioni e conseguenze indesiderate per la madre o il feto. In certe situazioni, se si possono dimostrare errori o negligenze, potrebbe essere possibile richiedere un risarcimento per i danni subiti a seguito di non corrette procedure della diagnosi prenatale.
Prima di procedere con una diagnosi prenatale, la madre deve essere attentamente valutata dal medico per stabilire l’idoneità ad alcuni esami. Il medico prenderà in considerazione fattori come l’età, la salute generale, le aspettative della madre e la presenza di eventuali controindicazioni.
Ad esempio, alcuni test invasivi come l’amniocentesi o la villocentesi potrebbero essere sconsigliati per donne con condizioni mediche specifiche, come infezioni in corso, disturbi della coagulazione o anomalie uterine. Inoltre, il rischio associato a questi test deve essere bilanciato con la necessità di ottenere informazioni sulla salute del feto.
Anche se le procedure per una tempestiva diagnosi prenatale è sono generalmente considerate sicure nella maggioranza dei casi, possono insorgere alcune complicazioni. Le più frequenti includono infezioni, sanguinamenti, reazioni avverse ai farmaci utilizzati, stress emotivo e risultati falsi positivi o falsi negativi. Tali complicazioni possono provocare malessere, richiedere interventi terapeutici aggiuntivi e incidere negativamente sulla qualità di vita della madre o del feto.
Il medico che effettua la diagnosi prenatale è tenuto a fornire alla madre informazioni dettagliate riguardo ai rischi associati agli esami e alle eventuali complicazioni che potrebbero insorgere. Se la madre o il feto dovessero subire danni a causa degli esami e fosse possibile dimostrare che vi sono stati errori o negligenze da parte del medico, quest’ultimo potrebbe essere ritenuto responsabile per i danni causati dalla non corretta esecuzione degli esami per una adeguata diagnosi prenatale.
Se hai subito un danno a seguito di errata esecuzione di esami per una diagnosi prenatale e ritieni che ci siano state negligenze, potresti avere la possibilità di richiedere un risarcimento del danno. Per farlo, puoi contattare Periplo Familiare, uno studio legale specializzato in responsabilità medica. I nostri avvocati esperti ti assisteranno nel processo di richiesta di risarcimento, aiutandoti a ottenere il giusto riconoscimento possibile.
Invalidità totale per mancata diagnosi prenatale
Luigi e Adriana sono una coppia felicemente sposata e in attesa del loro secondo figlio. Adriana, 38 anni, durante la sua gravidanza non ha riportato alcun problema e si è sottoposta ai controlli ecografici di routine nonché agli esami per la diagnosi prenatale, che non hanno mai rilevato alcunché di anomalo. Il giorno del parto però, la piccola Valentina nasce affetta da Mielomeningocele (spina bifida) associata alla Sindrome di Chiari II con idrocefalo evolutivo, patologie che rendono la piccola invalida al 100%.
IL DANNO SUBITO
La mancata diagnosi degli screening ed esami prenatali non ha evidenziato la gravissima patologia da cui era affetta la piccola.
IL RISARCIMENTO
Pur di fronte ad un caso così eclatante si è stati costretti ad intentare un giudizio di merito, nel corso del quale la consulenza medico legale disposta dal Tribunale di Busto Arsizio, ha concluso per la responsabilità dei sanitari della struttura ospedaliera convenuta, la quale è stata condannata al pagamento in favore dei genitori e del fratello della somma di € 500.000,00 ciascuno.