Le infezioni nosocomiali, note anche come infezioni ospedaliere, sono infezioni che i pazienti contraggono durante il loro soggiorno in ospedale o in altre strutture sanitarie. Possono essere causate da batteri, virus o funghi e possono insorgere a seguito di interventi chirurgici, trattamenti o semplice permanenza nelle strutture. Sebbene le precauzioni per prevenire queste infezioni siano generalmente applicate, possono verificarsi complicanze e danni al paziente. In determinate circostanze, se ci sono stati errori o negligenze, il paziente potrebbe avere la possibilità di richiedere un risarcimento per i danni subiti.
Alcuni pazienti sono più a rischio di contrarre infezioni nosocomiali a causa di diversi fattori, tra cui età avanzata, sistema immunitario indebolito, presenza di ferite aperte o l’utilizzo di dispositivi medici invasivi. Prima di iniziare un trattamento o un intervento chirurgico, il medico deve valutare attentamente il paziente per identificare i possibili fattori di rischio e adottare misure preventive appropriate.
Nonostante le misure di prevenzione, le infezioni nosocomiali possono comunque verificarsi. Tra le complicanze più comuni vi sono infezioni del tratto urinario, polmoniti, infezioni del sito chirurgico e infezioni del sangue. Queste complicanze possono causare dolore, prolungare la degenza ospedaliera, aumentare il rischio di ulteriori problemi di salute e, in alcuni casi, portare a disabilità o morte.
Il personale sanitario e le strutture ospedaliere hanno il dovere di adottare misure preventive per ridurre il rischio di infezioni nosocomiali. In caso di danni subiti a seguito di un’infezione nosocomiale, se dimostrati errori o negligenze, il personale o la struttura potrebbero essere chiamati a rispondere di tali danni.
Se hai subito un danno a seguito di un’infezione nosocomiale e ritieni che ci siano state negligenze, potresti avere la possibilità di richiedere un risarcimento del danno. Per farlo, puoi contattare Periplo Familiare, uno studio legale specializzato in responsabilità medica. I nostri avvocati esperti ti assisteranno nel processo di richiesta di risarcimento, aiutandoti a ottenere il giusto riconoscimento possibile.
Successivo intervento causato da infezione
La signora Giuseppina, di 47 anni, viene ricoverata in ospedale per perdite ematiche e sottoposta ad intervento di isterectomia. Il decorso post-operatorio sembra procedere regolarmente tanto che dopo 20 giorni la signora viene dimessa. Appena uscita dall’ospedale però, dopo pochi giorni, si rende necessario per Giuseppina un nuovo accesso in ospedale per la presenza di febbre elevata causata, così come accertato successivamente, da un batterio nosocomiale che ha provocato un versamento pleuropericardico ed endocardite, richiedendo un importante e invasivo atto operatorio cardiochirurgico per protesi alle valvole aortica e mitralica.
IL DANNO SUBITO
L’infezione contratta in ospedale ha purtroppo determinato la necessità di un intervento particolarmente invasivo e debilitante, totalmente avulso dalle problematiche iniziali della signora.
IL RISARCIMENTO
Accertata la responsabilità della Struttura ospedaliera, il Tribunale di Roma ha riconosciuto alla signora Giuseppina un risarcimento di € 191.930,00, provvedimento impugnato dall’Ospedale e tuttavia confermato nel grado di appello.
Decesso per infezione post-operatoria
Il signor Walter, all’età di 79 anni, si sottopone ad intervento chirurgico di asportazione di glioblastoma. A seguito dell’operazione, perfettamente riuscita, insorge nel paziente una grave infezione polmonare causata dalla presenza di un batterio nosocomiale. Il paziente viene sottoposto a massiccia terapia antibiotica, che tuttavia non riesce ad evitare il peggioramento dello stato settico con compromissione degli organi vitali ed il successivo decesso del paziente.
IL DANNO SUBITO
L’infezione ospedaliera è stata così invasiva da non rispondere alle terapie farmacologiche e da portare purtroppo il signor Walter al decesso.
IL RISARCIMENTO
Il Tribunale, al termine del giudizio nel corso del quale è stata accertata l’omessa adozione delle misure volte a garantire la corretta sterilizzazione degli ambienti nosocomiali, ha accertato la piena responsabilità della Struttura Ospedaliera, condannandola al risarcimento in favore degli eredi della complessiva somma di 730.000 euro.
Grave disabilità per infezione alla protesi
La signora Maria Rosaria, di 69 anni, affetta da artrosi al ginocchio (gonartrosi), si sottopone a un intervento di artroprotesi presso una Casa di cura della sua città. Già dopo le dimissioni, la signora è colta da febbre, forti dolori e da un versamento al ginocchio operato. Malgrado le successive terapie, le condizioni non migliorano: gli esami a cui si sottopone mettono in evidenza un quadro compatibile con un’infiammazione (flogosi).
Solo però a distanza di ben 16 mesi, i medici giungono alla diagnosi di infezione della protesi impiantata. Decidono quindi di rimuoverla e posizionare uno spaziatore antibiotato, ma l’intervento purtroppo non è risolutivo: nei controlli post operatori l’infezione risulta ancora presente. Maria Rosaria è costretta a sottoporsi a pesanti cure antibiotiche che si dimostrano anch’esse del tutto inefficaci, così sceglie di rivolgersi presso l’Ospedale di M. dove viene eseguito un ulteriore intervento di revisione, operazione che risolve il problema infettivologico ma che le procura gravi lesioni allo SPE (Sciatico Popliteo Esterno) e al tendine rotuleo e una conseguente disabilità.
IL DANNO SUBITO
L’infezione verificatesi durante il primo intervento di inserimento della protesi e il seguente il ritardo diagnostico nell’accertarne la presenza, unita alle lesioni intercorse durante il terzo intervento ripartivo presso altra struttura, hanno causato alla signora una gravissima disabilità deambulatoria, con marcata zoppia e dolore cronico.
IL RISARCIMENTO
Il caso ha visto coinvolte le due strutture sanitarie a cui vengono imputate, con le rispettive responsabilità, danni diagnostici e interventistici. Presi contatti con entrambe, in breve tempo si è riusciti ad ottenere un risarcimento in via transattiva pari ad € 285.000,00.
Decesso per mancata diagnosi
Il signor Fausto, di 70 anni, viene ricoverato presso una Clinica romana per un intervento di sostituzione della valvola aortica. L’operazione sembra riuscita tanto che, dopo soli 5 giorni, Fausto viene trasferito in un’altra struttura dedicata all’attività riabilitativa. A distanza di 48 ore però, il signor Fausto accusa una sintomatologia sospetta: febbre alta, difficoltà respiratorie e ritenzione idrica.
I familiari, ovviamente preoccupati, vengono rassicurati dai sanitari sulle cause di tali sintomi, ma dopo 4 giorni, le condizioni cliniche precipitano ancora e si rende necessario il trasferimento in Ospedale, con una diagnosi di endocardite e shock settico.
Fausto nei giorni successivi ha un leggero miglioramento, nonostante le sue condizioni restino gravissime. Tuttavia una seconda grave infezione, collegata alla prima, colpisce Fausto, che, già debilitato per le lunghe sofferenze e cure, decede dopo pochi giorni.
IL DANNO SUBITO
Prima una mancata diagnosi e poi due consecutive e virulente infezioni, sono state fatali per il signor Fausto, che con interventi maggiormente tempestivi avrebbe potuto salvarsi.
IL RISARCIMENTO
È stato necessario incardinare un giudizio per far emergere la responsabilità dei sanitari e ottenere il risarcimento dei danni nella misura di € 115.000,00 per la moglie e di € 105.000,00 per ciascuno dei due figli.